L’involontaria protagonista di questa tragica vicenda si chiama Martina Mucci, ha 29 anni e fa la cameriera a Prato, in Toscana. Lo scorso 21 febbraio la ragazza è stata picchiata brutalmente e sfregiata sul volto mentre tornava a casa alle 2 del mattino. L’aggressione da parte di due persone è avvenuta nel portone della sua abitazione. Il 24 aprile scorso la procura ha emesso tre ordini di cattura nei confronti di tre uomini, accusati di rapina aggravata e di lesioni personali gravi con sfregio permanente alla persona. Secondo l’accusa il mandante sarebbe il suo ex fidanzato Emiliano Laurini. Ora Martina rivela cosa è successo in quei drammatici momenti.
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Secondo gli inquirenti di Prato, il 41enne Laurini avrebbe pagato alcune centinaia di euro a due persone allo scopo di aggredire brutalmente con calci e pugni Martina Mucci. I due balordi, di cui uno è stato arrestato, il 19enne Kevin Mingoia, avrebbero ricevuto anche l’ordine di sfregiare sul volto la ragazza e di rasarle i capelli con dei rasoi. Oltre a Laurini e Mingoia è stato fermato anche il presunto intermediario tra il mandante e gli esecutori. Si chiama Mattia Schininà e ha 21 anni. Si cerca ancora invece il secondo aggressore della ragazza sfregiata che avrebbe però le ore contate.
Il racconto di Martina Mucci sfregiata a Prato
“Si è trattato di un’azione punitiva postuma nei confronti della giovane per motivi di gelosia”, ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Prato, Giuseppe Nicolosi. “Ho sempre sospettato che dietro ci fosse lui ma speravo di sbagliarmi. – spiega invece Martina Mucci al Quotidiano Nazionale – Mi sono tolta un peso dallo stomaco. Negli ultimi tempi litigavamo spesso. Avevo subito il furto della borsa e del cellulare un mese prima. Violento con me? No, a parte qualche ceffone”.
“Ho vomitato dallo schifo e dalla rabbia (quando ho saputo che aveva aggredito anche un’altra ex). – si sfoga ancora Martina Mucci – Ho cercato di contattarla perché mi si è stretto il cuore. Se qualcuno non avesse acceso la luce delle scale non so se adesso sarei qui. Se avessi sbattuto la testa sulle scale in un altro modo ora sarei morta”. Poi la ragazza sfregiata a Prato racconta al Corriere della Sera che “nella confusione della violenza mi sono accorta che volevano tagliarmi i capelli. Io però ho tantissimi capelli e mi spostavo, alla fine non ce l’hanno fatta, mi hanno fatto tre buchi in testa, ho ancora i punti di sutura. Lui era violento, sempre. È un narcisista che deve vincere su tutto e tutti. mi ha tirato dei ceffoni, ma non aveva mai usato coltelli o armi, erano stati solo degli scatti d’ira”.
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