Inchiesta Covid Lombardia, istanza Codacons chiede rimozione di Brusaferro e Fontana. Con un documento presentato al Ministero della Salute e all’Iss, il Codacons ha chiesto che i condannati in primo grado siano sospesi dai loro incarichi. Il documento riguarda l’inchiesta della Procura di Bergamo sul Covid relativo alla mancata zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo. Tra i soggetti per cui si richiede il provvedimento, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro.
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L’inchiesta Covid in Lombardia, Codacons chiede rimozione da incarichi pubblici
Il documento sull’inchiesta Covid in Lombardia, istanza Codacons che chiede rimozione dagli uffici pubblici di Brusaferro e Fontana. L’istanza è stata presentata oggi al Ministero della Salute, all’Iss, alla Regione Lombardia e alle Procure della Repubblica di Bergamo e Roma. Parte del documento è stato diffuso dall’AdnKronos: “La Procura di Bergamo ha chiuso l’inchiesta sulla gestione della prima ondata Covid. Le accuse contestate a vario titolo sarebbero epidemia colposa aggravata, omicidio colposo, rifiuto d’atti d’ufficio e falsi. Gli indagati sarebbero diciannove, con diversi nomi noti. Alcuni dei soggetti risultano essere ancora in carica. In particolare, si guardi alla posizione del Prof. Silvio Brusaferro, Giovanni Leonardi, Attilio Fontana che a tutt’oggi rivestono la carica rispettivamente di Presidente dell’ISS, di Segretario generale del Ministero della Salute e di Presidente della Regione Lombardia”.
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Il Codacons appoggia le sue richieste su alcune leggi. “Ai sensi dell’art. 74 del CCNL dell’aria sanità (triennio 2016-2018) il ‘dirigente può essere sospeso dal servizio con provazione della retribuzione e con sospensione dell’incarico. Anche nel caso in cui venga sottoposto a procedimento penale, che non comporti la restituzione della libertà personale o questa sia comunque cessata, secondo quanto previsto dall’art. 55-ter del decreto legislativo n. 165/2001′. Già l’art. 81 del D.P.R. n. 3/1957 prevede la sospensione dalla qualifica, l’allontanamento dal servizio con la privazione dello stipendio per non meno di un mese e non più di sei. Questo nel caso in cui un impiegato civile dello Stato abbia posto in essere una negligenza di particolare gravità”.
Il Codacons alle Procure: “I responsabili delle mancate zone rosse devono essere rimossi dai loro incarichi”
“Non è escluso che in assenza di dimissioni volontarie dall’incarico pubblico di dirigenti di alcuni indagati, si possa configurare un concreto e attuale pericolo di violazione del principio della genuinità della prova. Anche al fine di contenere il rischio di inquinamento della stessa. L’osservanza della diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta e degli obblighi di fedeltà su di essi gravanti, tale da far sì che possa essere loro irrogata l’applicazione di misure disciplinari, anche di natura meramente cautelare”.
Queste sono le motivazioni per cui il Codacons ha chiesto alle autorità competenti di valutare “l’adozione degli atti necessari ai fini della sospensione o altro provvedimento disciplinare, ove i soggetti indagati siano a capo o dipendenti delle Amministrazioni o passati ad altra pubblica amministrazione”.
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