Colpo di scena nella contesa tra il governo francese e l’S.p.a. italiana per i cantieri navali Stx. ‘Le Monde’ annuncia che il presidente francese ha già preso la sua decisione: i cantieri verranno nazionalizzati.
È tutta una questione di business.
C’è chi grida al protezionismo, chi invece parla di una soluzione inevitabile, di certo c’è che gli ultimi avvenimenti sul fronte cantieri navali Stx, sono destinati a scatenare un turbine di polemiche.
Il fatto
Nonostante i proclami delle settimane precedenti, stando a quanto riporta il principale quotidiano parigino, il presidente francese Macron avrebbe deciso di procedere con la nazionalizzazione dei cantieri acquisiti tramite l’asta giudiziaria dall’azienda italiana Fincantieri.
Un vero e proprio ‘dietro-front’ da parte del governo transalpino che, tramite il portavoce Christophe Castaner, aveva affermato che l’obiettivo non era quello di nazionalizzare il cantiere di Saint-Nazaire.
Gli accordi, da parte della società italiana, erano stati raggiunti durante la presidenza Hollande, accordi che sembravano aver soddisfatto entrambe le parti, ma con l’elezione all’Eliseo di Macron è cambiato tutto.
È iniziato una sorta di duello a colpi di spada, con il presidente francese che ha invalidato i precedenti accordi per motivazioni decisamente pesanti.
Affari militari miliardari
Sembra che dietro la volontà di non rispettare i patti da parte della Francia ci siano motivazioni che si traducono in miliardi di euro in affari militari.
La revisione degli accordi, inizialmente, si pensava fosse una rinegoziazione degli accordi, col governo francese che affermava i suoi diritti di rivisitare il piano, le dichiarazioni di Castaner suonavano come una dimostrazione di forza, senza però l’intenzione di sconvolgere completamente la situazione.
Addirittura sembrava che i toni si fossero addolciti con queste dichiarazioni rispetto alle affermazioni del ministro dell’economia Le Maire, che aveva lanciato una sorta di ultimatum all’Italia: accettare la divisione di capitali o ritrovarsi senza più nulla in mano.
La prepotenza francese pareva essere stata smussata proprio dal portavoce del governo, che affermava che i partner italiani risultano importanti nella gestione del particolare cantiere.
Era stata sottolineata l’importanza di questa risorsa a livello nazionale, evidenziando come l’economia fosse un ambito in cui vige la difficoltà di raggiungere facilmente gli accordi.
“Il mondo dell’economia è un po’ come quello della politica: non è tutto rosa e fiori”.
Una massima che illumina il cammino dell’umanità e che diffonde la saggezza francese attraverso tutti i canali che attraversano il mondo conosciuto.
Resta il fatto che i pericolosi problemi della vicenda sembravano in via di risoluzione, quando, d’improvviso, pochi minuti più tardi, è arrivata la doccia gelata.
Affari di stato
Il mercato navale delle crociere non ha lo stesso volume ed importanza di quello navale militare, il business delle cannoniere è un vero e proprio affare di stato, e come tale comporta interessi triplicati, rispetto ai rapporti tra aziende private.
Gli accordi, in questi termini, si misurano in miliardi di dollari, il giro d’affari è immenso e porta con sé una serie di eventi correlati che ingigantiscono ulteriormente il volume di denaro.
Così è stato per la costituzione di una flotta militare da parte di Fincantieri per il Qatar, che si prepara al grande evento dei mondiali 2022, e deve mettere a disposizione del Paese uno scudo militare protettivo, previsto dalle leggi antiterroristiche.
L’accordo, soffiato dall’azienda italiana alla Francia, è stato possibile grazie alla poca fermezza della presidenza Hollande, e rappresenta un punto di svolta che Macron configura come avvenimento che non dovrà ripetersi in futuro.
Da lì il braccio di ferro, che sembra ormai essersi risolto con la drastica mossa dell’ambizioso presidente, la situazione sembra proprio capovolta con l’Italia tagliata fuori dai ‘giochi’ internazionali in questo settore.
La situazione italiana
E adesso l’Italia che cosa farà? Rimarrà seduta ad aspettare Godot o si sveglierà dal torpore affermando la propria leadership, a suo tempo, conquistata e rivendicando i diritti calpestati?
Serve assolutamente la forza di reazione, lo Stato deve imporsi e negoziare nuovi accordi per non permettere alla Francia di prevalere con la classica prepotenza.
L’asse franco-tedesco mostra sempre gli artigli in situazioni come questa, e l’Italia, sfiancata da continui conflitti interni che indeboliscono Palazzo Chigi, sta in silenzio, da una parte, ad osservare.
È arrivato il momento di reagire facendo leva sulle nostre capacità diplomatiche e sugli accordi ufficiali raggiunti in passato.