Un uomo è morto dopo aver mangiato un piatto di verdure a casa sua. La tragedia è avvenuta a Calolziocorte, vicino Lecco. La vittima si chiamava Stefano Bonacina, aveva 56 anni. Non era un esperto di botanica, ma da dilettante amava raccogliere erbe e fiori nei boschi per poi cuocerli e mangiarli. Ad essergli fatale è stato l’errore di scambiare delle erbe velenose per il tarassaco (o dente di leone, ndr). È stato lui stesso a raccontare ai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Merate quanto gli era accaduto. Visto che quando è stato ricoverato era ancora cosciente.
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Morto dopo aver mangiato erbe velenose al posto del tarassaco
Davvero una storia terribile quella dell’uomo morto dopo aver mangiato delle erbe velenose scambiate per tarassaco. Come appena accennato, Stefano Bonacina era cosciente quando è stato trasportato in ospedale con i parametri vitali completamente scompensati e gravi disturbi di stomaco e intestinali di cui soffriva da diverse ore. Non era la prima volta che la vittima raccoglieva erbe selvatiche nei boschi della zona del Lecchese. Ma stavolta il suo errore si è rivelato fatale.
Stefano Bonacina, morto dopo aver mangiato erbe velenose al posto del tarassaco, lascia la moglie Adriana e i due figli Davide e Letizia. “Ragazzi purtroppo se n’è andato uno di noi. Stefano Bonacina ci ha lasciato, non ci sono parole per descrivere il vuoto che tutti noi proviamo dopo tanti anni passati insieme a giocare,ridere e scherzare”. Questo il messaggio degli amici e compagni di squadra della squadra Soccer League Imbersago 34.
L’uomo era anche un allenatore della Acd Calolziocorte. “La società si stringe attorno alla famiglia esprimendo il cordoglio per la prematura scomparsa del nostro allenatore Stefano Bonacina. – si legge in un messaggio della società – È con grande dispiacere che apprendiamo la notizia della scomparsa di Stefano. Con noi ha trascorso una parte del suo percorso calcistico per due stagioni. Ciao Stefano è stato un piacere conoscerti e lo sarà altrettanto ricordarti, seppur con un bel po’ di malinconia”.
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