La medaglia d’oro vinta da Sara Simeoni alle Olimpiadi di Mosca del 1980 nel salto in alto è stata rubata dai ladri che hanno fatto irruzione nel suo appartamento a Rivoli Veronese. Simeoni, che al momento del furto si trovava a Scandiano per la presentazione del suo libro autobiografico “Una vita in alto”, ha fatto sapere di aver temuto inizialmente di aver perso anche le altre due medaglie olimpiche, gli argenti vinti a Montreal nel 1976 e nel 1984 a Los Angeles. Fortunatamente, gli altri due cimeli sono stati ritrovati intatti a casa.
La medaglia d’oro, invece, sembra destinata a restare solo nei ricordi e nelle foto di quei giorni magici, nonostante Simeoni e il marito Emilio Azzaro, anch’egli ex atleta e altista, abbiano sperato di poterla ritrovare. Il valore della medaglia, però, è soprattutto simbolico, rappresentando il risultato di un’impresa sportiva straordinaria, che ha visto la Simeoni trionfare alle Olimpiadi di Mosca contro la forte concorrenza dell’atleta tedesca Rosemarie Ackermann.
Sara Simeoni è stata una delle più grandi atlete italiane della storia, vincendo 17 titoli nazionali nel salto in alto, un titolo mondiale indoor nel 1985 e 4 medaglie olimpiche (l’oro di Mosca, due argenti a Montreal e Los Angeles e un bronzo a Mosca nel 1980 nel salto in lungo). La sua carriera è stata segnata da numerose vittorie e record, ma anche da alcuni problemi di salute che l’hanno costretta a interrompere l’attività agonistica nel 1988. Nonostante ciò, Simeoni è rimasta una figura di riferimento per l’atletica italiana e un esempio di determinazione e coraggio per molte generazioni di atleti e appassionati di sport.