Un importante passo avanti per la difesa di Massimo Bossetti, l’uomo condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio, la giovane ginnasta scomparsa nel 2010 a Brembate Sopra, Bergamo. La prima sezione della Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Assise di Bergamo che aveva negato alla difesa di Bossetti di accedere ai reperti. Questo sviluppo potrebbe portare a nuove indagini difensive e forse anche alla revisione del processo.
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla difesa di Bossetti, riconoscendo l’esigenza di ulteriori indagini difensive. Questa decisione annulla l’ordinanza del 21 novembre 2022 della Corte di Assise di Bergamo, che aveva precedentemente negato alla difesa di Bossetti l’accesso ai reperti confiscati.
A seguito di una discussione a porte chiuse, la Corte di Cassazione ha emesso una decisione che richiederà alla Corte di Assise di Bergamo di consentire alla difesa di Bossetti di esaminare i reperti. Questa ricognizione dovrà essere eseguita entro i limiti già stabiliti in precedenti provvedimenti, garantendo al contempo l’integrità dei reperti.
Questa decisione giunge mentre la Procura di Venezia indaga sul presunto “depistaggio” sul DNA di Bossetti, un caso che riguarda 54 reperti di DNA presuntamente “rovinati”.
Una volta conclusa la ricognizione, se la difesa avanzerà una nuova specifica richiesta, la Corte di Assise sarà chiamata a valutare la possibile necessità di ulteriori indagini tecniche. L’utilità di tali indagini non dovrà essere manifestamente infondata.
La decisione della Cassazione rappresenta un momento significativo nel caso Gambirasio, che ha suscitato un dibattito nazionale e internazionale sull’uso delle prove genetiche nei procedimenti giudiziari. Non resta che attendere per vedere quali saranno i prossimi sviluppi.