Il dissesto economico di Forza Italia. Dopo le notizie positive per l’uscita di Silvio Berlusconi dal San Raffaele dopo settimane di cura per la sua leucemia, arriva la stangata per il suo partito. I parlamentari sanno che il consenso del partito è legato quasi unicamente alle sorti del suo leader, come confermano i sondaggi. Nonostante ciò, spiega Repubblica, gli eletti non pagano le loro quote al partito. La metà di loro sono morosi, e non pagano i 900 euro di quota, come da regolamento, più l’una tantum per l’elezione: 10 mila euro per gli eletti con l’uninominale, 30 mila per chi era nel plurinominale. Non bruscolini, ma neanche tanto se si pensa allo stipendio medio di un parlamentare: circa 8 mila euro al mese netti, senza bonus.
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Forza Italia si sgretola: moroso un iscritto su due, dissesto economico
Ecco perché si concretizza il dissesto economico di Forza Italia. Solo 37 parlamentari su 62 nel 2023 hanno pagato la quota, con quattro su sei inadempienti. Questi dati emergono dalla lista delle donazioni pubblicata sul sito di Forza Italia. Tra gli inadempienti ci sono importanti figure come Paolo Barelli, presidente dei deputati, Adriano Paroli, vicepresidente dei senatori, e Roberto Pella, capogruppo in Commissione bilancio. Nonostante ciò, Barelli sostiene che ci sia un errore nella registrazione del pagamento. Anche i consiglieri regionali che hanno pagato la quota sono pochissimi. Inoltre, il partito ha una scarsa adesione, fermandosi a soli 5.000 membri, grazie al sostegno finanziario della famiglia Berlusconi.
In questo contesto, il nuovo gruppo di fiducia di Berlusconi cerca di rilanciare il partito, incoraggiato dal miglioramento delle sue condizioni di salute. Tullio Ferrante, sottosegretario vicino a Marta Fascina responsabile del reclutamento, ha scritto una lettera a tutti i coordinatori regionali e provinciali per incentivare le adesioni. L’obiettivo, definito “molto ambizioso” da Ferrante, è raggiungere 100.000 tessere entro fine maggio. Saranno organizzati eventi di due giorni nelle piazze per stimolare le adesioni. Inoltre, si prevede l’organizzazione di congressi entro la fine dell’anno per strutturare un partito concentrato sulla figura di un leader anziano ma ancora desideroso di fare. Questo potrebbe legittimare l’attuale classe dirigente, con Antonio Tajani come coordinatore, organizzatore dell’ultima manifestazione milanese che ha visto il ritorno di Berlusconi, seppur in video. Nonostante il tentativo di Tajani di rasserenare gli animi, il clima interno resta teso, come dimostra la decisione di Cattaneo di denunciare Sorte al collegio dei probiviri, entrambi legati a Fascina.
Il futuro di Forza Italia
Nessuno nel partito è pronto a un futuro senza Berlusconi e l’incertezza rimane su come il Cavaliere potrà partecipare alle prossime campagne elettorali, inclusa quella per le Europee. Il ritorno ad Arcore dell’ex premier congela la situazione, con molti che osservano attentamente, soprattutto verso FdI, ma senza prendere al momento iniziative. Il Cavaliere continua ad essere il centro delle attenzioni.
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