Ilaria De Rosa, 23 anni, hostess originaria di Resana, in provincia di Treviso, si trova da due settimane in un carcere nei dintorni di Gedda, in Arabia Saudita. La ragazza, accusata di spaccio e detenzione di stupefacenti, ha ribadito la propria innocenza durante la visita del console generale d’Italia, Leonardo Costa, riuscendo a far luce su alcune circostanze finora poco chiare.
La hostess Ilaria De Rosa è stata arrestata perché la polizia dell’Arabia Saudita le ha trovato uno spinello nascosto nel reggiseno. Lo scrive oggi il Corriere della Sera, spiegando che la ragazza sarebbe stata perquisita all’interno di un automobile dopo una festa in spiaggia con alcuni cittadini tunisini. La trevigiana è stata arrestata con l’accusa di traffico di droga. E secondo altre versioni ad avere la “canna” sarebbe stato invece un amico che era in macchina con lei.
“Sono innocente e non so perché mi trovo in carcere. Ci hanno arrestati all’improvviso a una cena, pensavo fosse una rapina”. Queste le parole di De Rosa rilasciate al console, secondo quanto riportato da fonti vicine alla Farnesina.
Adesso ha un avvocato
Durante l’incontro, è stato firmato un mandato che concede alla giovane di essere difesa da un avvocato del posto, consigliato dal consolato italiano. Un risultato importante, frutto di un delicato lavoro diplomatico, soprattutto considerando la politica rigida e severa che l’Arabia Saudita sta portando avanti contro lo spaccio e la detenzione di stupefacenti.
Ricostruendo le dinamiche dell’arresto, De Rosa ha raccontato che stava cenando con altre persone nel giardino di una villa, quando sono stati circondati da una decina di persone in borghese, ma armate. La ragazza ha precisato che la perquisizione è stata condotta principalmente su di lei, forse per la sua condizione di unica donna non araba nel gruppo. È stata consapevole dell’arresto solo dopo essere stata condotta in una stazione di polizia e interrogata in inglese dopo cinque giorni.
Nonostante le accuse, la hostess ha sempre negato di aver fatto uso di droga o alcol. Alla fine dell’interrogatorio, ha firmato un documento scritto in arabo, la cui traduzione le è sconosciuta. Durante la visita del console, le sono stati trasmessi l’affetto e il sostegno della famiglia e l’assicurazione che il suo caso è seguito attentamente dalle più alte sfere politiche italiane, incluso il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Il compito dell’avvocato sarà ora quello di fare luce su quanto accaduto quella sera e perché la polizia saudita ha fatto irruzione nella villa, accusando De Rosa di un reato così grave. La vicenda assume un peso ancora maggiore alla luce del recente protocollo firmato a Venezia tra Italia e Arabia Saudita, volto a rafforzare la collaborazione culturale tra i due Paesi.
5000 persone finite in carcere
L’episodio di arresto sembra rientrare in un più ampio contesto di repressione, avvenuto a ridosso del Ramadan, che ha visto oltre 5000 persone finite in carcere per presunte violazioni delle severe leggi locali sulle droghe.
L’angoscia della famiglia di Ilaria è iniziata il 6 maggio, quando la giovane non ha chiamato a casa come di consueto. Dopo due giorni, la famiglia ha denunciato la scomparsa ai carabinieri di Castelfranco. Poco dopo, la Farnesina ha confermato l’incubo: Ilaria era stata arrestata in Arabia Saudita.
La mamma di Ilaria, Marisa Boin, risiede a Resana, mentre il padre, Michele De Rosa, lavoratore nell’aeronautica, abita in Olanda. Dopo il diploma al United World College di Maastricht, Ilaria aveva deciso di seguire le orme del padre, intraprendendo una carriera da hostess che le avrebbe permesso di viaggiare e conoscere il mondo. Prima dell’arresto, la giovane descriveva Gedda attraverso i suoi canali social, mostrandone l’architettura e il sole. Oggi, invece, si trova a dover affrontare l’inquietante zona d’ombra del Paese.