Dal gennaio 2023, Alberto Stasi ha ricevuto il permesso di lavorare al di fuori del carcere di Bollate, dove sta scontando una pena di 16 anni per l’omicidio della sua fidanzata, Chiara Poggi, commesso il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). L’autorizzazione è stata concessa dal tribunale di sorveglianza di Milano, permettendo a Stasi di uscire quotidianamente per svolgere mansioni lavorative.
Incaricato di compiti amministrativi e contabili, Stasi segue un regolamento rigido che disciplina gli orari di uscita e di rientro in cella, i mezzi di trasporto utilizzabili, gli itinerari dai quali non deviare e i controlli di conformità.
Stasi è in carcere dal dicembre 2015. Dopo due assoluzioni annullate risalenti al 2009 e 2011, la condanna definitiva è arrivata nel 2015, fissata a 16 anni, un terzo in meno della pena originale.
Ai genitori di Chiara è stato assegnato un risarcimento di un milione di euro per danni, oltre a 150mila euro per spese legali. Nonostante continui a respingere il verdetto, nel 2018 Stasi ha raggiunto un accordo in sede civile con la famiglia Poggi per un risarcimento di 700mila euro: metà di questa somma è stata già pagata, mentre l’altra metà sarà saldata attraverso detrazioni mensili sugli stipendi del lavoro che svolge, prima in carcere e poi all’esterno.
Stasi dovrebbe scontare la sua pena fino al 2030, tuttavia, grazie alla buona condotta e con una riduzione di 45 giorni di pena ogni sei mesi, potrebbe ottenere la liberazione anticipata nel 2028. Inoltre, ha la possibilità di richiedere l’affidamento in prova a partire dal 2025