Zvecan, Kosovo. La tensione nel Nord del Kosovo è salita alle stelle dopo violenti scontri tra la Forza NATO, nota come Kfor, e i manifestanti serbi a Zvecan. Questi ultimi protestavano contro l’elezione di sindaci di etnia albanese in località a maggioranza serba.
In seguito a questa situazione, 41 soldati della NATO sono stati feriti, tra cui 11 italiani. I manifestanti hanno risposto alla forza dei militari con il lancio di sassi e bottiglie. A questo punto, la Forza NATO ha intensificato la sua presenza nel Nord del Kosovo, e ha invitato Belgrado e Pristina a riprendere il dialogo sotto l’egida dell’Unione Europea per ridurre le tensioni.
Secondo fonti dell’Ansa, tre dei militari italiani sarebbero in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita, a seguito di ustioni e fratture. Anche alcuni manifestanti e un corrispondente dell’agenzia serba Tanjung sono stati feriti.
La scintilla della protesta
Le proteste sono scaturite a seguito dell’elezione di nuovi sindaci di etnia albanese a Zvecan, Zubin Potok e Leposavic, località a maggioranza serba nel Nord del Kosovo, il 23 aprile. Queste elezioni sono state caratterizzate da un boicottaggio elettorale da parte della popolazione serba, con solo 1.500 votanti su 45.000 registrati.
L’Esercito serbo rimarrà in stato di massima allerta fino a venerdì a causa della crescente tensione. Il ministro della Difesa serbo, Milos Vucevic, ha confermato il dispiegamento di truppe lungo la linea di confine tra Serbia e Kosovo.
Vucevic ha criticato duramente la Kfor, affermando che avrebbe difeso la polizia kosovara e gli “usurpatori della democrazia” piuttosto che la popolazione serba. Ha dichiarato che è inammissibile che sindaci o altri funzionari debbano essere scortati al lavoro da veicoli blindati e agenti pesantemente armati.
L’ambasciatore americano a Pristina, Jeff Hovenier, ha incontrato la presidente kosovara Vjosa Osmani, enfatizzando l’importanza di evitare l’uso della forza per consentire l’accesso dei sindaci alle sedi municipali dei Comuni serbi a Nord. Questa posizione è condivisa dagli altri Paesi del Quint – Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia.
Nonostante la convocazione, i sindaci dei quattro maggiori comuni del nord a maggioranza serba, Leposavic e Mitrovica nord, entrambi del partito ‘Autodeterminazione’ (Vetevendosje, VV), non si sono presentati all’incontro.
Tensione molto alta
Il clima di tensione e di incertezza persiste, con l’intera comunità internazionale che guarda con preoccupazione gli sviluppi nel Nord del Kosovo. La necessità di un dialogo costruttivo e di un approccio pacifico diventa sempre più pressante, per evitare ulteriori vittime e una potenziale escalation del conflitto. La situazione richiede un impegno combinato di tutte le parti coinvolte, dalle comunità locali alle autorità nazionali, passando per gli attori internazionali, per costruire un futuro di pace e stabilità in questa regione già tanto provata.
La speranza è che il dialogo tra Belgrado e Pristina, facilitato dall’Unione Europea, possa portare a una riduzione della tensione e a una soluzione pacifica. La comunità internazionale, inclusa l’Italia, continua a monitorare attentamente la situazione, ribadendo la necessità di rispetto dei diritti di tutte le etnie presenti nella regione e la necessità di un processo democratico inclusivo.