L’addio alla Rai di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Filippa Lagerback, Lucia Annunziata e Massimo Gramellini sta provocando una marea di polemiche. Da una parte c’è chi, come le opposizioni di centrosinistra al governo Meloni, grida alla censura. Dall’altra, però, diversi addetti ai lavori ritengono normale un avvicendamento dei conduttori della tv pubblica dopo decenni di immobilismo. Tra questi ultimi c’è anche, abbastanza a sorpresa, Piero Chiambretti che le canta a tutti.
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Fazio e Annunziata via dalla Rai? Chiambretti li gela
“La tv e la politica vanno a braccetto da sempre, non c’è nulla di nuovo sul fronte occidentale, anche se oggi molti scappano dando l’impressione di farne una questione di principio. – così Piero Chiambretti commenta su La Stampa la separazione di Fazio e Annunziata dalla Rai – Non vanno sulle montagne in Sardegna, si spostano più semplicemente dove hanno mercato per continuare a fare il proprio lavoro. La tv è da sempre una specie di Grand Hotel pieno di gente che va e gente che viene”.
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Il giornalista ad un certo punto domanda a Chiambretti se con la tessera di partito in tasca si lavori meglio nelle reti Rai. “Se ce l’hai fatichi meno a lavorare, direi. Ma direi anche che se non ce l’hai, se sei un cane sciolto, hai il vantaggio che magari lavori anche quando cambiano i governi”, questa la replica del conduttore ora a Mediaset che però in questo caso non cita né Fazio, né Annunziata.
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“Io faccio tv da decenni e anche negli anni d’oro di Rai3, di cui sono stato fondatore (e me ne vanto), la lottizzazione era codificata. – rivela poi Piero Chiambretti – Rai1 alla Dc, Rai2 ai socialisti, Rai3 alla sinistra. Sono giusto cambiati i colori. Da quello che leggo, chi se n’è andato lo ha fatto per scelta. – aggiunge riferito a Fazio, Annunziata e tutti gli altri – Non è stato cacciato nessuno. E nessuno è rimasto disoccupato. Mi sembra difficile parlare di censure. Io, quando fui fatto fuori dalla Rai, rimasi fermo due anni. Nessuno si indignò o scese in piazza, ma non è che mi sentissi un martire. Piuttosto, noto con dispiacere che in Italia gli ideali sono meno importanti degli interessi. L’ho sempre detto che vorrei finire la mia carriera in Rai. Da bastian contrario, nel momento in cui tutti scappano io potrei tornare”, conclude.
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