Alessandro Impagnatiello rischia l’incolumità o addirittura la vita. È questo ciò che sta accadendo all’assassino di Giulia Tramontano, la donna trovata senza vita dopo essere stata uccisa a coltellate dal suo compagno mentre era incinta di sette mesi. La drammatica vicenda ha commosso e indignato tutta Italia. Ed evidentemente, da quanto si apprende, non è stata presa particolarmente bene nemmeno dagli altri detenuti del carcere di San Vittore a Milano. È noto infatti che uccidere un bambino non è un atto troppo apprezzato dai carcerati. Per questo l’ormai ex barman è stato trasferito nel reparto dei detenuti a rischio.
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Impagnatiello rischia grosso nel carcere di San Vittore
Come appena accennato, dunque, Alessandro Impagnatiello si trova attualmente nel reparto riservato ai detenuti a rischio del carcere milanese di San Vittore. Gli altri carcerati potrebbero infatti decidere di vendicare a modo loro il brutale omicidio del bambino che la compagna Giulia Tramontano portava in grembo da sette mesi. Per questo la direzione dell’istituto penitenziario ha deciso di prendere misure straordinarie per proteggerlo.
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Nel carcere di San Vittore Alessandro Impagnatiello è stato trasferito dopo aver confessato di aver ucciso Giulia a coltellate perché stressato dalla doppia vita che stava conducendo ormai da circa un anno, portando avanti un’altra relazione. Gli inquirenti che hanno deciso di spedirlo in carcere lo ritengono essere un “narcisista manipolatore”, visto che raccontava frequenti bugie alle sue due compagne, provocando in loro tremendi sensi di colpa. Ad esempio quando rimproverava Giulia che voleva lasciarlo di voler far nascere loro figlio senza un padre vicino.
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“Mi stai lasciando? Ma che madre sei?”, questo il messaggio scritto da Impagnatiello a Giulia Tramontano pochi giorni prima di ucciderla. La compagna gli aveva appena scritto: “Non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità. Basta, accetta la mia decisione. Non voglio più stare al fianco della persona sbagliata”. Ora lo attende un terribile destino nel carcere di San Vittore.
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