Kepler-1625b I, un satellite grande come Nettuno
Si è conclusa con il tanto atteso lieto fine la caccia “spaziale” alla prima luna fuori del sistema solare: Kepler-1625b I. L’eccezionale scoperta di questo satellite naturale si è fatta attendere parecchio, tanto che arriva a distanza di ben 30 anni da quella del primo esopianeta. La notizia segna un grande passo in avanti per il mondo della scienza e dell’astronomia, ma non deve sorprendere.
Nelle nostre vicinanze esistono già centinaia di lune che orbitano attorno ad altri pianeti, figuriamoci in tutta la Via Lattea ed ancora più in là. Generalmente sono di tipo roccioso e di piccole dimensioni, mentre questa sembra avere caratteristiche molto diverse. Basta dire che il nostro pianeta al confronto scompare o al massimo si rivela solo un “pallido puntino blu”, come lo aveva chiamato Carl Sagan.
Se i calcoli non saranno smentiti da nuovi dati e studi successivi, tuttora in corso, la prima esoluna scoperta della storia dovrebbe essere grande addirittura quanto Nettuno. L’ipotesi più accreditata è che ruoti intorno ad un altro pianeta gigante, stavolta delle dimensioni di Giove, ma con una massa che è almeno dieci volte tanto.
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Cosa dice lo studio americano
La luna che entusiasma gli scienziati è stata scoperta di recente da David Kipping e Alex Teachey, entrambi ricercatori presso la Columbia University di New York. I due hanno pubblicato un paper online per presentare le prove dello studio, dopo essersi avvalsi della collaborazione di Allan R. Schmitt, citizien scientist della ricerca.
Lo strumento utilizzato per condurla è stato l’immancabile telescopio spaziale Kepler, il quale monitora il passaggio dei pianeti di fronte alle stelle, diminuendo la propria luminosità quando accade. Stavolta però le cose sono andate diversamente, ossia ancora meglio, dato che è riuscito a scovare sia il pianeta che la sua compagna.
Ma se Kepler si fosse sbagliato? Difficile. Gli scienziati ritengono improbabile tanto un errore della strumentazione che di tipo statistico. I 3 transiti compiuti dal telescopio spaziale sono stati sufficienti affinché i ricercatori potessero formulare la loro ipotesi e portare avanti la propria missione. Infatti il team è parte di un progetto di ricerca della Columbia University, il quale si propone di scovare i satelliti naturali nell’universo.
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Un’esoluna “acquisita” lontana 4.000 anni luce
Gli autori della ricerca sanno bene che la scoperta della prima luna oltre il Sistema dovrà essere confermata da ulteriori dati. A fornirli sarà probabilmente il telescopio spaziale Hubble. Esso dovrà puntare l’obiettivo nella regione del cielo compresa tra le costellazioni del Cigno e della Lira, visibile nell’emisfero settentrionale (anche dall’Italia), proprio dove Kepler ha studiato negli anni ben 150 mila stelle.
L’esoluna fa parte di un sistema solare che era già noto prima della sua scoperta. La sua stella è Kepler-1625, posta alla distanza di circa 4 mila anni luce dalla Terra. Il pianeta è Kepler-1625b, un gigante per massa e dimensioni, attorno al quale ruota appunto Kepler-1625b I.
Questo satellite dalle dimensioni colossali, assimilabili a quelle di Nettuno, probabilmente è stato acquisito. La teoria sulla formazione dei pianeti esclude infatti l’ipotesi che due corpi celesti tanto grandi possano essersi formati insieme. Secondo gli scienziati, Kepler-1625b I transitava presumibilmente nelle vicinanze del pianeta, che lo ha “agganciato” grazie all’enorme forza gravitazionale esercitata.
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