Il ministro Nordio attacca l’Anm sull’eliminazione dell’abuso d’ufficio. “È patologico che in Italia molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Questo è inammissibile. Il magistrato non può criticare le leggi, come il politico le sentenze”. La dichiarazione del ministro della Giustizia all’Ansa. La magistratura esprime critiche contro le leggi in discussione oggi alla Commissione Giustizia. “Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze”.
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“Attacco della magistratura è patologico”: Nordio contro i giudici
Un furioso Carlo Nordio contro le critiche alle leggi da parte della magistratura. Il pacchetto di leggi, “ancora parziale”, prevede tre importanti riforme. L’eliminazione del reato di abuso d’ufficio, la stretta sulle intercettazioni e quella sulla custodia cautelare.
Nordio esplode: “Il reato di abuso d’ufficio è stato modificato varie volte per circoscriverne i limiti, ma sono continuate iscrizioni nel registro degli indagati e informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo della paura della firma per cui sindaci e amministratori non firmavano nulla e questo è un grande danno economico che si riversa sui cittadini”. Il vero obiettivo di Nordio sembra essere il pm Nicola Gratteri: “Mi stupisco che un magistrato parli di reato spia e ammetta che questo reato non è servito a nulla, perché sono state pochissime le condanne. Vorrei insegnare a questo collega che un reato c’è o non c’è, non si può cercare a strascisco”.
“Si interverrà sulla tutela della dignità e dell’onore delle persone. Esse vengono coinvolte senza saperlo e senza essere interessate nelle intercettazioni telefoniche”. “Avevamo la necessità di portare ora un pacchetto di orientamento garantista, la disciplina delle intercettazioni sarà radicalmente modificata quando interverrà il nuovo codice di procedura penale”. Le misure in questione sono solo un assaggio, è il senso del ragionamento. Il ministro inoltre si è detto “rammaricato” dal fatto che Silvio Berlusconi non possa “assistere al primo passo verso una riforma radicale in senso garantista”.
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