In un clima politico già surriscaldato dalle inchieste legate alle vicende di Gianluca Pini e Daniela Santanché, emerge un ulteriore duello che fa tremare l’attuale equilibrio di governo. Matteo Salvini e Giorgia Meloni si trovano infatti al centro di una contesa che ruota attorno al Mes, il meccanismo di salvataggio degli stati, fulcro da tempo di un acceso dibattito con l’Europa.
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L’accesa disputa tra i due leader politici ha provocato lo slittamento di un consiglio dei ministri precedentemente programmato, alimentando una fibrillazione nel governo che si prospetta difficile da placare. Il contesto politico è reso ancor più incandescente dalle inchieste che coinvolgono da una parte la Lega, con l’arresto di Gianluca Pini per un’indagine su un appalto milionario per le mascherine anti-Covid, e dall’altra Fratelli d’Italia, con l’indagine sulle società della ministra Daniela Santanché.
Giorgia Meloni minaccia Salvini sul Mes
Tuttavia, il punto più delicato della disputa tra Meloni e Salvini sembra essere il Mes. La richiesta di Salvini di votare contro il Mes in commissione ha scatenato un’escalation di tensioni con Meloni, la quale non esita a ribattere minacciando di portare tutti al voto. Un azzardo politico o un avvertimento reale? Le dinamiche future del governo potrebbero essere radicalmente influenzate da questa dichiarazione.
Le divergenze tra i due esponenti politici non si limitano alla questione del Mes. Inoltre, sono in disaccordo sulla scelta del commissario per la ricostruzione in Emilia Romagna, con Meloni che favorirebbe un politico mentre Salvini opterebbe per un tecnico. A queste divergenze si aggiungono le critiche da parte di Meloni all’operato di Giorgetti, accusato di una gestione non ottimale della questione Mes.
Infine, a mettere ulteriore sale sulle ferite delle divergenze politiche, vi è la manovra di Meloni che decide di annullare il consiglio dei ministri programmato, citando motivi personali. Questa decisione ha scatenato svariate speculazioni, tra cui la possibilità che sia un gesto punitivo verso Salvini, un’ipotesi che sembra guadagnare terreno all’interno delle stanze del potere.