Il trend positivo delle energie rinnovabili
Il CEO e fondatore di Tesla, Elon Musk, ha scommesso con il governo del South Australia, di riuscire a costruire in soli 100 giorni la più grande centrale elettrica a batterie di tutto il mondo. Questa sarà installata nella zona centromeridionale del continente australiano e avrà tra i suoi compiti principali quello di raccogliere l’energia prodotta in eccesso dalla centrale eolica dell’utility Francese Neoen, che potrà servirsene come supplemento energetico quando il vento scarseggia. L’interesse per le fonti rinnovabili non è un esclusiva del colosso di Musk. Lo sfruttamento di risorse naturali, rinnovabili e inesauribili, come la luce del sole, il vento, l’acqua e l’energia geotermica è uno tra gli obiettivi futuri più condivisi da tutti i maggiori produttori di energia a livello mondiale. Produrre energia in modo sostenibile sembra la giusta via da percorrere, sia per gli impatti positivi sull’ambiente, ma anche perchè apre la strada all’utopica autosufficienza energetica. Vento e sole, infatti, sono risorse disponibili per tutte le nazioni al contrario dell’uranio, del petrolio e del gas che innescano un rapporto di dipendenza tra i paesi che li richiedono e quelli che li detengono sul territorio per pura “casualità geografica”.
Leggi anche: Tesla Model 3: tutto quello che c’è da sapere sull’auto elettrica del momento
Tesla sfida i limiti delle rinnovabili
Le rinnovabili presentano alcuni problemi tra cui l’assenza di continuità nel processo di produzione dell’energia e l’impossibilità di programmare i cicli produttivi se non entro certi limiti stringenti che impediscono di far fronte a situazioni come i picchi di richiesta e i cali di offerta. A limare questi difetti potrà essere in futuro solo l’investimento tecnologico che rende più efficaci i meccanismi di produzione dell’energia. Lo ha capito bene Elon musk, imprenditore visionario di origini sudafricane che ha accettato la sfida a braccia aperte. Dopo aver venduto Paypal a Ebay per più di 180 milioni di dollari Musk ha continuato nel suo incredibile percorso di startupper fondando aziende innovative come Space x con l’obiettivo di rendere accessibile lo spazio a costi limitati e di permettere in un futuro prossimo la colonizzazione di Marte. Poco tempo dopo, alle soglie del 2003, Musk ha lanciato Tesla puntando a rivoluzionare il settore della mobilità con le auto elettriche. E proprio correlato a Tesla è l’interesse di Musk per il settore energetico , con la sua Gigafactory, enorme fabbrica di batterie alimentata a energia solare che Tesla sta costruendo nel deserto del Nevada.
Leggi anche: Tesla Model 3: i primi 30 esemplari consegnati da Elon Musk il 28 luglio
L’ultima scommessa di Musk nell’australia meridionale
Tutto è cominciato quando il CEO di Tesla, il 10 marzo in un tweet, ha dichiarato che avrebbe installato una centrale a batterie nel South Australia entro 100 giorni dall’accordo siglato con il governo locale. Ha poi aggiunto che nel caso in cui non ci fosse riuscito avrebbe regalato l’intera struttura senza chiedere un soldo. La proposta di Musk ha attirato l’attenzione del milionario australiano Mike Cannon-Brookes al vertice di Atlassian, una delle più grandi società di software in Oceania. A seguire ha raggiunto l’orecchio di Jay Weatherill, primo ministro australiano che ha visto in essa un modo per risolvere i problemi energetici della sua comunità, afflitta da continui disagi e blackout. Il progetto prevede l’installazione di batterie agli ioni di litio che garantiranno una capacità di 129 megawattora e saranno in grado di fornire energia elettrica a circa 30.000 abitazioni. Dal governo e da Tesla non sono trapelate informazioni circa i costi effettivi dell’operazione o dell’eventuale penale che Elon dovrebbe sborsare se sforasse i 100 giorni; ma secondo alcune ipotesi ammonterebbe a una cifra non inferiore ai 50 milioni di dollari.
Leggi anche: Tesla Vision: hardware per l’autopilota di serie