Filippo Facci nella bufera dopo le sue discutibili parole sul caso del figlio di Ignazio la Russa, accusato da una sua coetanea di averla violentata. In suo soccorso però accorre Vittorio Sgarbi. Il sottosegretario alla Cultura risponde all’Ansa al termine della conferenza stampa al Mic per ‘ContemporaneaMente Gualdo Tadino’’, il nuovo Festival in Umbria dell’arte contemporanea che accoglierà, dal 5 agosto al 7 gennaio il pubblico nella città umbra.
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“Risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa (una famiglia, una tribù) e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca, prima di chiedere all’amica ‘sono stata drogata?’ anche se lo era già di suo”. È questo il passaggio dell’articolo di Filippo Facci su Libero che tanto sta facendo discutere. “Nella polemica che mi ha investito mi rimproverano l’uso del turpiloquio, ma nel caso di Facci, non c’è. – spiega ora Vittorio Sgarbi – Ha utilizzato un participio passato (‘fatta’, ndr) riferito alla ragazza nella maniera in cui abitualmente si usa nel linguaggio comune tra le persone”.
Vittorio Sgarbi difende Filippo Facci
“Ho letto con attenzione l’articolo di Filippo Facci. – aggiunge Vittorio Sgarbi – Ho trovato il gioco di parole non di buongusto. Poteva risparmiarselo. Ma ogni volta che si affronta la materia sessuale mi sembra ci sia una paura delle parole, emerge una sessuofobia. Facci ha spiegato comunque che la frase non l’avrebbe più scritta. È una battuta forse sbagliata, ma è anche vero che nella seconda parte dell’articolo ha citato il capo d’imputazione contro il figlio di La Russa.
Vittorio Sgarbi commenta anche la richiesta di intervento del comitato etico della Rai per estromettere Filippo Facci dalla tv pubblica: “Saviano che ha un contratto sicuro ha detto ‘bastarda’ alla Meloni. È vero che è un termine dal connotato politico, ma non è una gran parola. Perché il peso dell’uso del termine ‘fatta’ è maggiore? Non vedrei niente di male in una collaborazione di Facci con la Rai, tranne che sul piano estetico: Dovrebbe pettinarsi in modo diverso”, ironizza.
Poi Vittorio Sgarbi torna sulle polemiche scoppiate dopo il suo intervento al Maxxi. “Mi ha colpito l’accusa di essere sessista, non solo perché la parola non mi piace, ma perché chiunque parli di sesso, donne o uomini, è sessista. – commenta il critico d’arte – Il mio era un raccontino, non ho pensato che il sottosegretario non potesse avere attività sessuale. Avrei potuto non rispondere alla domanda, ma l’ho fatto in modo scherzoso. Non sono pentito, al massimo perplesso. Non capisco chi si potesse offendere, parlavo del mio passato. E sono stato attaccato per un problema estetico, perché pensavo di poter parlare con il linguaggio del mio tempo”, conclude.
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