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Caso Orlandi: “Vaticano senza dignità, cerca verità di comodo”

Caso Orlandi, la famiglia contro il Vaticano. L’accusa di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, scomparsa nel giugno 1983, è netta: “Diddi non sta lavorando per arrivare alla verità, sta lavorando per arrivare a una verità di comodo“. È durato poco il credito di fiducia di Orlandi a un Vaticano da subito troppo paludato nel trattare il complesso caso della sparizione di quella che in fin dei conti è una sua cittadina. L’ira di Pietro si è scatenata dal riaffiorare di una storia vecchia e già risaputa, quella dei presunti abusi di suo zio nei confronti della sorella maggiore. Cose risapute che non portano a nulla, secondo lui.
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Pietro Orlandi

Orlandi contro il Vaticano: “Sta solo cercando verità di comodo”

La famiglia Orlandi contro il Vaticano. Ha convocato una conferenza stampa dopo il ritorno alle cronache delle presunte molestie dello zio di Emanuela, Mario Meneguzzi, nei confronti della sorella maggiore, Natalina. “La cosa risale al 1978, ma con mio zio non c’è stato nulla”, ha spiegato la donna. “Lavoravamo insieme con mio zio, da lui sono state fatte semplici avance verbali. Un regalino, poi quando ha visto che non c’era nessuna possibilità è finito tutto lì. Non c’è stato altro. Non dissi nulla a mio padre, solo al mio fidanzato Andrea, poi diventato mio marito. E ne parlai in confessione col nostro padre spirituale. E ora questa cosa insignificante è stata venduta come chissà quale scoop”.
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L’appello di Pietro Orlandi

“Aver visto ieri sera associare il viso di mio zio Mario all’identikit, mi ha dato molto fastidio, è stata una cosa molto grave, è una carognata”, ha incalzato in conferenza, Pietro Orlandi. “Mai avrei pensato che potessero scendere così in basso, eppure sono scesi così in basso”.

L’appello di Pietro Orlandi: “Faccio un appello ai senatori, in questi giorni si deve riunire la conferenza dei capigruppo per la votazione in aula. Perché il Vaticano non vuole questa commissione? Penso possa essere una vera occasione. Io non voglio che questa commissione parta perché c’è una famiglia che soffre ma deve partire perché è necessaria. Il Vaticano ha perso gli ultimi bricioli di dignità ieri sera. Il mio ultimo appello va a i senatori”.

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