È bufera sul governo Meloni dopo le parole pronunciate dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, ospite della festa romana di Fratelli d’Italia a piazza Vittorio. Nordio si è avventurato in un giudizio sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa, definendolo “evanescente”. Ma la sua intenzione di modificarlo scatena la reazione di buona parte della magistratura.
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Concorso esterno in associazione mafiosa: polemiche contro Nordio
“È un reato evanescente, un ossimoro. Va rimodulato”, dichiara Carlo Nordio parlando del concorso esterno in associazione mafiosa. “Qui di evanescente c’è solo Nordio. – replica a Muso duro l’ex procuratore antimafia Pietro Grasso – Lui dice che io vedo mafia dappertutto, peccato che lui non l’ha mai vista né quando faceva il pm, né adesso che fa il ministro. Glielo spiego io a Nordio, come se fosse un alunno delle elementari, cos’è il concorso esterno e faccio l’esempio del ‘palo’ in una rapina, il cui ruolo è determinante, pur non commettendo il fatto. Chi non è inserito strutturalmente nell’associazione mafiosa può fornire un contributo volontario, consapevole, concreto, specifico, condizione necessaria per raggiungere il piano criminoso. Un caso? L’imprenditore, colluso al punto da avere uno scambio continuo e diretto con il gruppo mafioso con l’obiettivo di fargli ottenere soldi e potere”.
Alla sparata di Nordio sul concorso esterno in associazione mafiosa risponde anche Federico Cafiero De Rao. “Non c’è nessuna norma da modificare perché si tratta di una costruzione tecnico giuridica che discende dall’applicazione dei principi del concorso di persone nel reato, né si può pensare di escluderli per il 416bis perché ciò contrasterebbe con l’intero sistema penale. Volete la verità? Il concorso è avversato da questa parte politica”, sostiene l’oggi deputato del M5S.
E anche Piergiorgio Morosini, per anni gip a Palermo, non fa sconti: “Le preoccupazioni di Nordio dovrebbero tenere conto delle plurime pronunce delle sezioni unite della Cassazione. Sin dagli anni di Falcone la legittimità del concorso esterno in associazione mafiosa ha consentito il controllo penale sulle forme più gravi di complicità alle cosche di importanti esponenti dei circuiti economico finanziari e politico istituzionali, nonché del mondo delle libere professioni”.
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