Sono arrivate con 30 giorni di anticipo le motivazioni della sentenza che ha condannato a 30 anni di prigione in primo grado Davide Fontana, assassino reo confesso di Carol Maltesi. La ragazza fu ammazzata l’11 gennaio del 2021. Ma il suo corpo fu rinvenuto soltanto alcuni mesi dopo nei boschi della località di Borno, in provincia di Brescia, fatto a pezzi, scarnificato e in parte bruciato. Ma sono proprio le motivazioni del presidente della sezione penale del Tribunale di Busto Arsizio, Giuseppe Fazio, che stanno creando un polverone di polemiche.
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Omicidio Carol Maltesi: le motivazioni della sentenza
La Procura della Repubblica di Busto Arsizio aveva chiesto l’ergastolo per l’assassino di Carol Maltesi. Ma nelle motivazioni della sentenza la Corte d’Assise spiega perché è stata esclusa la premeditazione, le aggravanti dei motivi abietti e futili e la crudeltà. Tutte aggravanti che avrebbero potuto portare all’ergastolo per Davide Fontana.
Nelle motivazioni della sentenza sull’omicidio di Carol Maltesi la premeditazione sarebbe stata esclusa dai giudici per motivi di tempo. Ne sarebbe infatti trascorso troppo poco tra la decisione di ucciderla e l’omicidio vero e proprio. E neanche la motivazione che Fontana fosse innamorato di lei è stata ritenuta sufficiente, visto che l’uomo non ha provato mai a fermare l’attività di prostituta e di attrice a luci rosse svolta dalla sua vittima.
Inoltre, sempre secondo le motivazioni della sentenza, Fontana non avrebbe mai ostacolato le altre relazioni intrattenute da Carol Maltesi dopo che i due si erano lasciati. Anzi, l’uomo avrebbe fatto di tutto per restare vicino alla ragazza. Dunque, a giudizio dei giudici, non avrebbe desiderato la morte di Carol. Almeno fino a Natale 2021. L’omicidio sarebbe maturato quando il futuro killer ha capito che stava per perderla definitivamente. Perché lei voleva trasferirsi a Praga per far decollare la sua carriera nel mondo dell’hard. Insomma, concludono, “lui si sentì usato dalla giovane e disinibita Carol”.
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