L’emergenza plastica, che inquina la natura che ci circonda , aumenta ogni anno tragicamente.
Il mare, in particolare, è devastato dalla quantità di rifiuti che abbandoniamo sulle spiagge, oppure di quelli scaricati alla deriva. La sensazione è di essere circondati dalla spazzatura, ed è quella giusta. Secondo l’indagine Beach Litter condotta, quest’anno, da Legambiente “risultano 670 rifiuti ogni 100 metri di costa:vetro e ceramica, ma sopratutto plastica, stopper e buste”. É fortemente necessario ripulire gli oceani.
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L’idea geniale di un giovane olandese
Se tutti, almeno una volta guardando questo scempio, abbiamo pensato di trovare una soluzione, il giovane olandese Boyan Slat ci è riuscito! A soli 16 anni è rimasto letteralmente sconvolto dalla quantità di plastica nei mari paradisiaci della Grecia, dove si trovava in vacanza con i sui genitori.
Da allora la volontà di trovare una soluzione al problema è diventato un chiodo fisso, tanto da non permettergli di finire gli studi universitari e di concentrarsi, invece, sulla progettazione di una macchinario in grado di semplificare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
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Il braccio meccanico raccogli-plastica
La plastica non è solo un problema per l’ecosistema marino: è un danno all’economia, al turismo e alla salute dell’uomo.
Per affrontare la questione concretamente, Boyan Slat che oggi di anni ne ha 23, ha fondato una non profit, la Ocean Cleanup. Gli è venuto in mente che per ripulire l’Oceano poteva essere l’oceano stesso a darsi una mano. Se infatti pensiamo di poter ripulire il tutto con navi e reti, non ne basterebbero migliaia al lavoro per anni. Invece, secondo il progetto di Slat, basterà che l’enorme braccio meccanico posizionato nella Great Pacific Garbage (al largo di San Francisco) sfrutti le correnti marine spingendo la plastica, e tutta la spazzatura, direttamente nel raccoglitore predisposto, in maniera tale che prenderla e portarla via sarà più facile ed economico.
Il prototipo ha compiuto vari esprimenti nel Mare del Nord per poi approdare nel Pacifico dove i primi interventi di pulizia inizieranno già nel 2018.
A quanto pare, in appena 5 anni, si potrà rimuovere il 50 % della spazzatura presente nel sito. E se il progetto funziona, verrà applicato in altre 4 isole di plastica presenti negli oceani.
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Pulire il mare per riciclare
Seconde le statistiche del settore, la stragrande percentuale della plastica prodotta ogni anno, viene utilizzata una sola volta e poi gettata via. Inquinando attraverso ciò che consumiamo, deturpiamo non solo la natura che ci circonda, ma ci intossichiamo indirettamente in quanto, più spesso di quanto crediamo, mangiamo pesci avvelenati (cioè che a loro volta hanno ingerito plastica). Così i costi necessari per le bonifiche lievitano ed è sempre più difficile fare pulizia.
Inoltre, la velocità con cui ripuliamo i mari deve essere maggiore poiché, se è vero che la plastica non si scioglie, è altrettanto vero che si trasforma in microplastiche. Sono proprio queste ultime che vengono ingerite dai pesci, trovandole molto appetibili.
La buona notizia data da Ocean Cleanup non è solo quella di ripulire i mari, ma anche di recuperare la plastica per riciclarla. Se ne possono ricavare ingenti guadagni, tanto è vero che alcune aziende hanno già espresso la volontà di acquistarli. E molti di noi useranno oggetti che un tempo sono stati in mare.