Ragazzo investito a Verona, il pirata rischia il linciaggio. Una spedizione punitiva, condotta da circa trenta individui mascherati. Le persone si sono radunate ieri pomeriggio a Verona, nei pressi dell’abitazione di Davide Begalli. L’uomo è ai domiciliari, per essere il conducente coinvolto nell’ incidente mortale dello scorso 2 agosto, in cui ha perso la vita il quattordicenne Chris Obeng Abon. Begalli non si è fermato a prestare soccorso. La folla si è diretta verso la porta d’ingresso della residenza di Begalli, che al momento si trova ai domiciliari, e l’ha attaccata con pugni e sassate. Al grido di: “Vieni fuori che ti ammazziamo”, hanno espresso minacce violente. L’avvocato dell’uomo sostiene che quest’episodio è la conseguenza della “gogna mediatica” alla quale Begalli è stato sottoposto. Questo incidente solleva ulteriori interrogativi sulla situazione di Begalli e l’entità delle reazioni suscitate dalla vicenda.
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Chris Obeng Abom era un giovane calciatore con sogni grandi. Giocava per le giovanili del Negrar e si allenava regolarmente. Proveniva da una famiglia di immigrati ghanesi che si erano stabiliti in Italia da due decenni. Il suo triste destino ha scosso la comunità.
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