Nella giornata di giovedì 10 agosto, la polizia stradale di Cagliari ha fermato un giovane durante un normale controllo. Il conducente, alla vista degli agenti, ha prima tentato di fuggire con la sua auto e poi a piedi. Quando i documenti sono stati controllati, è emersa una storia che ha destato non poco scalpore.
Il ragazzo fermato non era un normale cittadino, ma Lucio Marzo, un 24enne pugliese di Castrignano del Capo (Lecce), tristemente noto per essere stato condannato definitivamente per l’omicidio della sua fidanzata, la 16enne Noemi Durini, nel settembre 2017.
Marzo, che sta scontando la sua pena di 18 anni e otto mesi nel carcere minorile di Quartucciu, era in permesso premio a Sarroch, un paese a 20 chilometri da Cagliari, per svolgere un’attività lavorativa in un esercizio commerciale. Tuttavia, aveva il divieto di usare veicoli a motore. Aggravando la sua posizione, gli accertamenti etilometrici hanno dimostrato che era alla guida in stato di ebbrezza.
La morte di Noemi Durini aveva scosso profondamente l’Italia. Il suo corpo fu ritrovato dieci giorni dopo la sua scomparsa, nascosto sotto un cumulo di pietre a Castrignano del Capo. Marzo, che all’epoca aveva 18 anni, si era dichiarato colpevole.
Pur essendo una misura prevista per il recupero dei detenuti, la decisione di permettere a Marzo di lavorare fuori dal carcere non era stata vista di buon occhio dalla famiglia di Noemi. Tuttavia, era stata concessa dall’autorità giudiziaria.
L’arresto di Marzo è avvenuto dopo un’inseguimento in auto e un tentativo di fuga a piedi, ma ciò che ha attirato l’attenzione degli agenti è stato l’eccessivo rumore prodotto dalla sua auto. Ora, oltre alle precedenti condanne, Marzo deve anche rispondere dell’accusa di guida in stato di ebbrezza.