Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e sottosegretario alla Cultura, non si trattiene nel fare sentire la sua voce sulla scomparsa di Michela Murgia, deceduta a soli 51 anni. In un articolo apparso sul sito di Nicola Porro, l’esperto d’arte afferma: “Non sono un ipocrita, e nel rispetto che si deve a chi non c’è più, e ancor più a chi le ha voluto bene, devo dire che della Murgia conservo un pessimo ricordo”.
Una delle lamentele di Sgarbi riguarda un commento fatto dalla Murgia su Franco Battiato, affermando che “Scriveva delle minchiate”. Secondo Sgarbi, una tale osservazione su uno degli artisti più rispettati d’Italia era ingiustificata e trivializzante. Sgarbi continua ricordando un episodio in cui, a suo dire, Murgia ha distorto un saluto militare trasformandolo in un saluto romano, e un altro incidente in cui ha confrontato l’amministrazione di Ventimiglia con “il regime fascista”.
Il critico, con tono severo, afferma che Murgia apparteneva a quella fascia di intellettuali di sinistra che erano liberi di fare o dire ciò che volevano, sottolineando il sostegno che ricevevano da giornali come “Il Fatto” o “La Repubblica”. Questi, secondo Sgarbi, sono pronti a difendere i loro preferiti ma altrettanto pronti a criticare chi va contro la corrente.
Nel concludere il suo pezzo, Sgarbi mostra rispetto per la sofferenza e la morte di Murgia, ma sottolinea che molti dei messaggi e delle parole di condoglianze che sono emersi sembrano incoerenti e ipocriti. “Anche la Murgia”, afferma, “diceva un sacco di minchiate. Ricordarlo oggi che non c’è più significa renderle onore con franchezza e lealtà”.