La montagna rappresentava per lui non solo un luogo di svago, ma un autentico rifugio, un luogo dove ritrovare sé stesso. Emilio Gentile, un giovane medico originario di Lumezzane, aveva deciso di trascorrere la vigilia di Ferragosto immerso nella naturale bellezza dei Laghi Gemelli, un incantevole angolo di provincia di Bergamo, assieme alla sua fidanzata.
Tuttavia, quel giorno la montagna non si è dimostrata clemente con il giovane. Forse una momentanea distrazione o semplicemente la fatica, hanno portato Emilio e la sua compagna a deviare dal percorso, inoltrandosi in una salita particolarmente impervia. Arrivati a circa 1850 metri di quota, una terribile fatalità ha visto Emilio perdere l’equilibrio, precipitando per oltre ottanta metri da un dirupo.
Disperata, ma fortunatamente illesa, la fidanzata ha immediatamente allertato i soccorsi. Nonostante l’intervento tempestivo degli esperti del soccorso alpino, per Emilio non c’era purtroppo nulla da fare. Le gravi ferite e un trauma cranico, risultato della caduta, gli hanno tolto la vita in un luogo pittoresco situato fra il Pizzo Becco e la centrale Enel Green Power, a breve distanza dal Lago di Sardegnana.
Emilio non era soltanto un appassionato di montagna, ma anche un brillante professionista. Dopo essersi laureato con lode in medicina presso l’Università di Brescia, aveva offerto il suo prezioso contributo in diverse strutture residenziali sanitarie della provincia di Brescia, tra cui l’istituto Bregoli di Pezzaze e la Korian rsa Vittoria, dove aveva ricoperto il ruolo di medico di reparto.
La sua prematura scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile non solo nelle vite dei suoi cari, ma anche nella comunità medica e tra gli abitanti delle strutture in cui prestava servizio. Emilio era molto amato e rispettato per la sua professionalità e la sua umanità, e la sua tragica fine rappresenta una perdita dolorosa per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.