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“Normali non siete, cari gay fatevene una ragione”, bufera sul generale dell’esercito italiano

Bufera su Roberto Vannacci per le frasi omofobe contenute nel suo libro “Il mondo al contrario”. “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!”. Repubblica denuncia il libro del militare, zeppo di frasi sessiste, omofobiche e antifemministe. Attacchi al femminismo, all’ambientalismo, ai clandestini. Questi ultimi, secondo la lettura del quotidiano, “delinquenti e stupratori per antonomasia, par di capire nel leggere”. E giudizi contro chiunque “vorrebbe farci credere che le razze non esistono”. Il tutto condito da un linguaggio triviale e sessista. Il di Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario” è autoprodotto. E si scaglia contro la “dittatura delle minoranze” con un linguaggio triviale e sessista. “Rivendico il diritto all’odio. Paola Egonu? I suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. Bufera sul generale, sul quale si chiede di tenere conto e valutare il suo pensiero.
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Il generale Roberto Vannacci

Il generale Roberto Vannacci e le frasi omofobiche: è bufera

Si abbatte la bufera sul generale Roberto Vannacci per le frasi omofobiche contenute nel suo libro “Il mondo al contrario”. “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!”. Vannacci, 54 anni, è stato ufficiale incursore dell’esercito iItaliano, protagonista in diversi contesti operativi, in Italia e all’estero, tra i quali Afghanistan e Iraq. Da giugno di quest’anno è stato nominato a capo dell’istituto fiorentino di Geografia militare.
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In una recente intervista con L’Osservatore Libero, il generale ha spiegato che il suo libro denuncia il malessere della società italiana contemporanea, a suo avviso. “Dove le parole ‘normalità’ e ‘buonsenso’ sembrano continuare a perdere terreno. Il ‘contrario’ di quello che dovrebbe essere”. Autopubblicata e a titolo espressamente personale, l’opera “rappresenta una forma di libera manifestazione del pensiero ed espressione delle personali opinioni dell’autore e non interpreta posizioni istituzionali o attribuibili ad altre organizzazioni statali e governative”. Il che, presumibilmente, non basterà ad attirargli critiche e provvedimenti.
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