Francesca Quaglia, 28 anni, traduttrice appassionata delle lingue scandinave, è stata tragicamente travolta e uccisa da un autocarro in piazzale Medaglie d’Oro a Milano. «Traduco dall’inglese e dalle lingue scandinave verso l’italiano, ma con lo svedese mi diverto di più» aveva scritto nel suo profilo Linkedin, testimoniando il suo amore per la cultura scandinava, studiata a fondo e con dedizione.
Originaria di Bologna, Francesca aveva viaggiato e vissuto in diverse città: si era trasferita a Milano dopo aver trascorso un periodo a Stoccolma e dopo aver conseguito i suoi studi a Venezia. La sua carriera professionale, ricca e variegata, l’aveva vista impegnata come traduttrice e copywriter freelance per la rivista indipendente Mulieris. Aveva inoltre lavorato nel campo della revisione dei testi presso Cleafy e, nel 2020, come traduttrice presso la cineteca di Bologna, focalizzandosi sui cortometraggi del regista svedese Gösta Werner.
Il suo percorso di studi aveva radici profonde: laurea in Lingue, letterature e linguistica scandinave presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, seguita da una laurea magistrale alla Statale di Milano e un’esperienza di studio all’estero presso l’ateneo di Uppsala in Svezia.
Oltre alla passione per le lingue, Francesca era amante della fotografia e si batteva attivamente per i diritti delle donne e la libertà di espressione. Era solita muoversi per la città su una bici vintage, su cui, purtroppo, ha trovato la sua tragica fine. Secondo le ricostruzioni iniziali, l’incidente è avvenuto in Porta Romana: sia la ciclista che l’autocarro erano fermi al semaforo di viale Caldara. Alla ripartenza, l’autocarro ha agganciato Francesca che viaggiava alla sua sinistra, travolgendola.
Milano e la comunità delle traduzioni piangono oggi la perdita di una giovane donna talentuosa e appassionata, una luce spenta troppo presto.