Nicola Gratteri è stato designato procuratore di Napoli, ricevendo 19 voti dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. La posizione era rimasta vacante per circa un anno e mezzo, dopo che Giovanni Melillo aveva deciso di diventare capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Numerosi i sostenitori di Gratteri, tra cui il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, il Pg della Cassazione Luigi Salvato, nonché rappresentanti di centrodestra, Iv e altri membri indipendenti. Invece, Giuseppe Amato ha raccolto 5 voti, inclusi quelli del presidente della Cassazione, Margherita Cassano.
Nel dibattito che ha preceduto la votazione, alcuni criticavano Gratteri per il suo approccio al ruolo e le sue intenzioni per la procura di Napoli. Gratteri, entrato in magistratura nel 1986, sarà ora al comando dell’ufficio inquirente più vasto d’Italia. È sotto protezione dal 1989, principalmente per il suo impegno nella lotta contro la ‘ndrangheta.
Durante la sua prestigiosa carriera, Gratteri ha arrestato 140 latitanti di alto calibro, con 30 di loro annoverati tra i criminali più pericolosi del Paese. Anche se nel 2014 Matteo Renzi aveva considerato Gratteri come possibile ministro della Giustizia, alla fine scelse Andrea Orlando. Tuttavia, Renzi successivamente incaricò Gratteri di presiedere una commissione focalizzata sulla legislazione anti-mafia.
Molti politici hanno esteso i loro auguri a Gratteri, riconoscendolo come una figura centrale nella lotta contro la criminalità organizzata in Italia. Con questa nuova posizione, Napoli si avvarrà dell’esperienza e della determinazione di un magistrato che ha dedicato la sua vita a contrastare le mafie. La città, e l’Italia nel suo insieme, osserverà con grande interesse e speranza le mosse del nuovo procuratore.