Cresce nuovamente la preoccupazione per il Covid in Italia con l’ascesa della variante Eris (EG.5), evoluzione dell’Omicron, che ha recentemente conquistato la posizione dominante, con una presenza del 43,5% tra i contagiati. Gli studi effettuati finora indicano che questa nuova variante ha una maggiore resistenza, derivata da una mutazione (F456L) sulla proteina Spike che permette al virus di sfuggire più efficacemente alle difese anticorpali. Sull’argomento interviene anche l’epidemiologo Massimo Ciccozzi.
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Negli ultimi dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, rilevati dalla piattaforma I-Co-Gen, si evidenzia una crescente predominanza di questa variante Eris, insieme ad altri ceppi riconducibili ad Omicron. Di conseguenza, l’Italia ha registrato un incremento esponenziale dei contagi da Covid, passando da 5.889 a 30.777 casi in meno di un mese.
Covid, l’opinione di Ciccozzi sulla variante Eris
“Ogni mutazione avviene per dare un vantaggio evolutivo al virus, permettendogli di sfuggire al nostro sistema immunitario”. Così l’epidemiologo Massimo Ciccozzi commenta la natura mutevole del virus e parla della variante Eris. Ciccozzi paragona il virus a un ladro che cambia continuamente volto per non essere riconosciuto, domandandosi quale sarà la prossima variante in grado di diffondersi velocemente.
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Per quanto riguarda i sintomi, Ciccozzi afferma che quelli correlati a Eris dovrebbero essere simili a quelli delle precedenti varianti Omicron: febbre, raffreddore intenso, dolori muscolari e mal di testa. Tuttavia, raccomanda un tampone dopo due o tre giorni dall’insorgenza dei sintomi. Preferibilmente un test molecolare, o un test antigenico, da ripetere dopo 48 ore in caso di risultato negativo. Concludendo, Ciccozzi invita tutti alla cautela, sottolineando la necessità di analisi approfondite riguardo all’aumento dei ricoveri e dei decessi, e alla comprensione delle reali cause. Rimane ottimista sul futuro, suggerendo che il picco potrebbe stabilizzarsi e iniziare a diminuire nelle prossime settimane. E con l’apertura delle scuole, sarà fondamentale osservare l’evoluzione del virus. Insomma, la variante Eris del Covid sembra molto meno preoccupante e aggressiva di quanto inizialmente si temesse.
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