Un governo tecnico al posto di quello attuale uscito dalle urne e guidato da Giorgia Meloni? È questa l’ipotesi che negli ultimi giorni sta prendendo sempre più piede nelle stanze del potere. La scusa è sempre la stessa: la vera o presunta incapacità dell’esecutivo di affrontare gli enormi problemi economici che si prospettano all’orizzonte. Insomma, la Meloni rischia di fare la stessa fine di Berlusconi nel 2011, costretto a dimettersi sotto la minaccia dello spread schizzato alle stelle. E allora che fare? Qualcuno ha già tirato fuori dal cilindro il nome del possibile successore di Giorgia. Si tratta di Giuliano Amato, recente protagonista di una ambigua intervista su Repubblica che instilla dubbi.
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Governo tecnico al posto della Meloni? Ipotesi Giuliano Amato
Ma cosa ha detto di tanto importante durante la suddetta intervista Giuliano Amato da far pensare al suo nome come guida di un possibile governo tecnico? “Oggi si accoglie chi è perseguitato da un regime e si respinge chi è perseguitato dalla fame, questo è inammissibile sul piano dei diritti umani”, spara a zero contro il governo Meloni sullo scottante tema migranti l’ex presidente del Consiglio e presidente emerito della Corte Costituzionale.
“L’Europa deve uscire da un grande equivoco e riconoscere finalmente lo status di rifugiato economico. – questa la proposta dirompente di Giuliano Amato – Il recente pacchetto di provvedimenti sui migranti serve solo a dimostrare l’esistenza di un problema, non a risolverlo. Il sociologo Niklas Luhmann l’ha spiegato bene, quando il potere sa di non essere in grado di trovare soluzioni alza il decibel del linguaggio politico per dare a tutti l’impressione di venirne a capo. Questo mi sembra uno di quei casi”.
“Il problema di Giorgia Meloni è comune a molte altre destre sovraniste in Europa, come segnalava un recente articolo dell’Economist. – affonda ancora il colpo Giuliano Amato – Alle prese con la necessità di governare si accorgono che le loro soluzioni estreme non sono praticabili. E se prima urlavano contro l’Europa, il caso di Meloni è sotto i nostri occhi, poi sono costrette a invocarla come risolutore dei problemi.
Il pacchetto di misure approvato da Palazzo Chigi dimostra solo la difficoltà che ha il governo a dominare questa difficile materia. Si tratta di norme di difficilissima applicazione, per dirla in modo garbato, e poco rispettose dei diritti. Ho letto delle voci che mi danno alla guida di un governo tecnico. – conclude poi – E non so se è più penoso o più comico. Capisco che l’Italia è sempre più un paese di anziani, ma la sola idea di affidare il governo tecnico a un uomo di 85 anni dimostra una sfiducia nelle generazioni più giovani che l’Italia non merita”. Ma in pochi gli credono.
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