Quanti soldi ha stanziato il governo Meloni per la Romagna colpita dall’alluvione del maggio scorso? E quanti ne sono già arrivati nelle tasche di famiglie e imprese? A fare i conti in tasca all’esecutivo di centrodestra è Milena Gabanelli insieme a Giusi Fasano sul Corriere della Sera. Dopo 143 giorni “ancora nulla”, accusano le giornaliste. Anche se la stessa Giorgia Meloni, arrivata nei luoghi del disastro, aveva promesso: “Risarciremo al 100% chi è stato danneggiato”.
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Alluvione Romagna, Milena Gabanelli fa i conti in tasca alla Meloni
Secondo Milena Gabanelli, si legge sul Corriere, i fondi necessari per la ricostruzione della parte della Romagna colpita dall’alluvione di maggio “ammontano a 8,5 miliardi così divisi: 3,8 miliardi per il patrimonio pubblico come strade, scuole, canali; 2,2 miliardi per i danni alle abitazioni; 1,8 miliardi per i danni alle attività produttive, comprese le aziende agricole. A questa cifra vanno aggiunti 682 milioni già spesi per fronteggiare l’emergenza e per la messa in sicurezza del territorio, di cui 412 anticipati da Comuni, Province, Regioni e consorzi di bonifica”.
Ma al momento non si è visto quasi niente, accusa Milena Gabanelli, perché il leader della Lega Matteo Salvini ha posto il veto sull’utilizzo della Protezione civile e sulla nomina a Commissario straordinario del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini del Pd. Alla fine di agosto viene finalmente nominato in quel ruolo il generale Francesco Figliuolo. Al momento però la sua struttura è riuscita a spendere soltanto qualche centinaio di milioni per la cassa integrazione dei lavoratori e per aiutare le aziende che esportano messe in ginocchio dall’alluvione.
“Nello stesso decreto 150 milioni sono stati ripartiti fra vari ministeri, fra cui un aiuto di 3.000 euro a famiglia per far fronte alle spese inderogabili. Sono questi gli unici soldi arrivati finora alle quasi 36 mila le famiglie che nelle prime ore avevano dovuto lasciare tutto e scappare, con l’acqua letteralmente alla gola”, si legge ancora sul Corriere. E, anche per quanto riguarda gli stanziamenti per le opere pubbliche, “tirando la somma, pronti all’uso quest’anno restano meno di 500 milioni” Per non parlare delle aziende che fino a questo momento “non hanno ancora avuto un centesimo”.
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