Armita Garawand non ce l’ha fatta: era stata dichiarata cerebralmente morta 5 giorni fa e, adesso, fonti locali hanno dichiarato il suo decesso ufficiale. L’aggressione brutale contro Armita Garavand è un tragico esempio delle sfide che molte donne iraniane affrontano nella difesa dei propri diritti individuali. La comunità internazionale è chiamata a condannare fermamente tali violazioni dei diritti umani e a sollecitare il governo iraniano a rispettare la libertà individuale e i diritti delle donne. L’episodio mette in luce la necessità di promuovere la consapevolezza e la solidarietà per sostenere coloro che lottano per una maggiore libertà e uguaglianza in contesti restrittivi come quello iraniano.
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Armita Garavand è stata attaccata dagli agenti della polizia morale, un organo noto per far rispettare le norme religiose islamiche, in particolare quelle riguardanti il vestiario. La ragazza, che non indossava l’hijab, è stata presa di mira e ha subito una grave aggressione fisica che ha causato un coma. L’aggressione ha generato una forte reazione da parte di organizzazioni per i diritti umani e della comunità internazionale, portando all’attenzione pubblica la questione della libertà individuale e dei diritti delle donne in Iran.