Il cantante neomelodico Tony Colombo si trova rinchiuso in carcere a seguito dell’ordinanza emessa dalla Procura di Napoli nei confronti dell’artista, nell’ambito dell’inchiesta contro il clan camorrista dei Di Lauro di Secondigliano. Secondo l’accusa, sia Tony che la moglie Tina Rispoli, anche lei attualmente in carcere, sarebbero stati finanziatori del clan, fornendo denaro per le attività lecite e illecite di Vincenzo Di Lauro, secondo figlio del capoclan Paolo Di Lauro, il boss da tempo al 41bis. Il Garante dei Detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, che è andato a trovarli dietro le sbarre, rivela a Fanpage alcuni particolari sulle loro drammatiche condizioni di detenzione.
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“Cosa ha fatto Tony Colombo quando mi ha visto”
“Quando ho incontrato nel carcere di Secondigliano Tony Colombo, mi ha abbracciato, mi ha riconosciuto e mi ha detto subito questa frase: ‘Il carcere non ti priva solo della libertà ma anche della dignità’. – così Samuele Ciambriello a Fanpage – Tony mi ha denunciato le condizioni precarie del carcere, i termosifoni che vengono messi a disposizione in funzione, solo per alcune ore, poca acqua calda. Lui si è ammalato già diverse volte. La stanza lui la condivide con un altro detenuto, poi vanno in alcune realtà collettive, delle docce collettive, lui si trova spazi ristretti, umidità, fili della corrente appesi”.
“Tony si trova in un padiglione per detenuti comuni. – spiega il Garante – Perché sia lui che sua moglie sono stati declassificati. La moglie dopo essere stata per alcuni giorni all’alta sicurezza, reparto Senna femminile di Santa Maria Capua Vetere, l’hanno trasferita, attualmente si trova al carcere femminile di Pozzuoli. Tony in definitiva ha detto ‘mi manca tutto il mondo esterno’. Io non entro nella sfera degli aspetti giudiziari, però mi sono trovato di fronte una persona molto provata e ha avvertito molto il carcere, non se l’aspettava. Mi ha detto che erano in programma tanti concerti”.
“Nell’intercalare gli ho chiesto io quando sentiva la moglie. – prosegue la testimonianza del Garante – Aveva la videochiamata. Nelle carceri campane, ho dato la notizia a lui, che può chiedere di andare a Pozzuoli per poter avere qualche colloquio, anche da vicino. Tanti detenuti lo chiedono, molti ottengono la facoltà non solo di poter fare la videochiamata, ma in qualche circostanza andare nel carcere, o dove c’è la sezione femminile e c’è la moglie o la compagna, o nel caso specifico a Pozzuoli dove come nel caso di Tony c’è sua moglie”.
I problemi di Tina Rispoli in carcere
“Tina mi ha voluto dire subito, che le manca essere nonna da vicino, mamma da vicino. – Ciambriello è andato a trovare anche la Rispoli – Mi ha denunciato che per cinque giorni è stata in isolamento in cella da sola, senza vedere nessuno, in attesa del Nucleo di Traduzione che la doveva portare poi a Pozzuoli. Ecco, pure qui, sono piccole cose dal valore non quantificabile. Uno riceve la traduzione da un carcere all’altro? E troviamo il tempo e la modalità di farlo non lasciamo una persona, in questo caso una donna, sola in una cella senza suppellettili, senza nessuno e sono passati cinque lunghissimi giorni. A Pozzuoli si trova bene, sta con altre detenute in cella e anche lei si augura che prima o dopo il marito possa andarla a trovare, da vicino, a Pozzuoli”, conclude.
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