Morto nella notte a Roma Paolo Graldi, giornalista. Era stato direttore del Messaggero e del Mattino. Nato a Bologna il 27 maggio del 1942, aveva quindi 81 anni.
La svolta professionale per Graldi arriva nel 1975, quando Piero Ottone lo invita a unirsi al Corriere della Sera. Qui, Graldi ha lavorato fino al 1993, ricoprendo ruoli di cronista giudiziario, inviato speciale, capo del servizio giudiziario, e infine caporedattore dell’Edizione romana. La sua firma è diventata sinonimo di cronache incisive e dettagliate, che spaziavano dai fatti di mafia ai casi di terrorismo, in Italia e all’estero.
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Tutta la carriera di Graldi
Divenuto anche vice direttore con Sergio Zavoli de “Il Mattino” di Napoli, è stato nominato direttore dalla Fondazione Banco di Napoli nell’ottobre del ’94. Rimasto al timone del quotidiano di via Chiatamone fino al 2001, successivamente è stato chiamato dall’editore Franco Gaetano Caltagirone alla direzione de “Il Messaggero” per tre anni, per poi essere nominato direttore editoriale. Editorialista del gruppo, ha scritto per il Messaggero, il Mattino e Il Gazzettino di Venezia.
Graldi, noto per il suo temperamento generoso e la sua natura estroversa, è stato sempre elegante e attento ai dettagli. Ha vissuto il giornalismo non solo come professione, ma anche come impegno civile, lasciando un’eredità di integrità e passione.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel panorama giornalistico italiano. Il suo lavoro, che può essere rivissuto attraverso l’ampio archivio del Corriere della Sera, continuerà a essere una fonte di ispirazione per molti. Con la sua dipartita, il giornalismo italiano perde una delle sue colonne, ma il ricordo e l’eredità di Paolo Graldi rimarranno indelebili.
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