Vai al contenuto

Strage di Palermo, vittima o complice? Il ruolo della figlia diciassettenne

La strage di Palermo ad Altavilla Milicia, dove Giovanni Barreca ha ucciso la moglie Antonella Salamone e i due figli di 15 e 5 anni, è ancora ricca di interrogativi. Come per esempio quello legato alla figlia 17enne, risparmiata nella furia omicida del 54enne legata a fanatismo religioso. I test tossicologici diranno se la giovane era alterata da sostanze e narcotizzata come gli altri. “Negli ultimi tempi era cambiata“, dicono i conoscenti. Ora la ragazza è irraggiungibile, in una struttura protetta.
Leggi anche: Strage di Palermo, la confessione di Giovanni Barreca: “Ho fatto il bene della mia famiglia

Perché la 17enne è stata risparmiata

Mentre Giovanni Barreca si trova in carcere e la coppia di coniugi accusata di averlo aiutato sono stati posti in stato di fermo, l’attenzione ora si concentra sull’unica superstite della famiglia, la figlia 17enne. La giovane, trovata in stato di choc dai soccorsi, ha raccontato di essersi risvegliata nell’orrore, tra i corpi dei fratelli.
Leggi anche: Lite tra fratelli: ne uccide uno e ne ferisce un altro, poi la fuga nei campi

“Hanno fatto un esorcismo: volevano liberarli dal demonio”, ha sussurrato agli investigatori. Ma lei, invece, è stata risparmiata. Gli abitanti del piccolo centro di Altavilla Milicia, in provincia del capoluogo siciliano, dicono quasi tutti di non sapere molto di lei. “Non saprei descriverla”, “Anche io non la riconoscerei per strada”, dice la nuora, che con la madre della diciassettenne, Antonella Salamone, condivideva spesso riflessioni sulle vicende dei figli.

La 17enne era la “prediletta” del feroce assassino

Era una ragazza riservata, dicono preside e professori. Per i compagni di scuola era soprattutto la “sorella” del più popolare fratello, artista e sportivo ben voluto da tutti. Non ha profili online, non si sa molto di lei. Solo che era la “prediletta” di suo papà, che infatti le ha risparmiato la vita.

“Il padre cercava sempre di accontentarla in tutto”, racconta la vicina Pascale Ballof. Che aggiunge anche che con Barreca inizialmente parlava spesso, ma poi ha preferito evitarlo. “Era un uomo diabolico, mi faceva paura. Ieri ho visto un uomo vicino alla casa”.

Al momento del ritrovamento dei corpi massacrati, domenica 11 febbraio intorno alle 4 del mattino, i carabinieri hanno trovato la ragazza seduta sul suo letto, in stato catatonico. Ha sussurrato loro: “Hanno fatto un esorcismo, volevano liberarli dal demonio“. Così si sono perse le vite di Antonella Salomone e di due dei suoi tre figli. Grazie ad alcune indicazioni della sopravvissuta, i carabinieri sono riusciti a individuare e fermare Francesco Barreca, suo padre, e i due presunti complici, la coppia palermitana, Sabrina Fina e Massimo Carandente. La carneficina l’avrebbero ispirata loro.

“Litigavano di continuo”

Nonostante il suo stato, la diciassettenne ha comunque trovato la forza di raccontare anche dettagli sulla coppia dei “fratelli di dio” palermitani, entrati di prepotenza nella vita della sua famiglia. Promettevano di “scacciare il demonio”. Ma non si sa ancora nulla su cosa abbia davvero fatto lei in quelle ore, mentre il lunghissimo rituale cui erano stati costretti la madre Antonella e i fratelli Kevin ed Emanuel terminava con un orrendo massacro.

“Da tempo era cambiata. Da sempre molto timida, riservata, controllata, fino a qualche tempo fa invitava le amiche a casa e in giardino, d’estate passavano ore a giocare nella piscinetta prefabbricata che il padre aveva piazzato lì”. Questo è quanto filtra dalle persone vicine alla famiglia.