In un mondo che si muove freneticamente, a volte sono le storie personali di dolore e speranza a ricordarci l’importanza di ogni momento vissuto. È il caso della toccante testimonianza di Gino Cecchettin, che ha deciso di trasformare la tragica scomparsa della figlia Giulia in un’iniziativa di sensibilizzazione e aiuto concreto. Cecchettin ha recentemente condiviso il suo viaggio emotivo e il progetto nato in memoria di Giulia, un’iniziativa che mira a sostenere le associazioni impegnate sul territorio nell’aiuto agli altri, riflettendo l’altruismo e la generosità che hanno sempre contraddistinto la giovane. Testimonianza condivisa anche durante l’ultima puntata di Ctcf, ospite di Fabio Fazio.
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Il ricordo della scomparsa: “Un sabato ordinario”
Il giorno della scomparsa di Giulia, un sabato apparentemente ordinario, è stato un momento di profonda riflessione per Cecchettin, che ha sottolineato come spesso si vivano gli attimi senza prestare la dovuta attenzione: ” Quando ti metti a scrivere provi a ricordare determinati episodi. Quel sabato è stato ordinario, alla fine, con il senno di poi, ti rendi conto che viviamo alcuni momenti senza prestare attenzione. E questo per me è stato un grande insegnamento. Non si può tornare indietro nel tempo, ma d’ora in avanti cercherò di fare attenzione a ogni attimo che passerò con i miei figli“. Questa consapevolezza ha portato a un cambiamento radicale nel suo approccio alla vita, con l’impegno a valorizzare ogni istante passato con i propri cari.
Durante un’intervista, Cecchettin ha discusso della scelta consapevole di non nominare il responsabile dell’omicidio di Giulia nel suo libro, preferendo concentrarsi sulla vita e le qualità della figlia. Questa decisione riflette il desiderio di mantenere viva la memoria di Giulia per le sue virtù e il suo spirito altruista, piuttosto che per la tragedia della sua morte. Il dialogo con la famiglia dell’omicida, avvenuto in occasioni come il Natale, evidenzia inoltre un profondo senso di compassione: “Ci siamo sentiti un paio di volte per messaggi, era Natale. E io rinnovo a loro tutto il mio sostegno perché ancora adesso stanno vivendo un dramma. Non cito il nome per un semplice fatto, ho deciso fin da subito di concentrarmi su Giulia”.
Cecchettin: “Cos’ho imparato dalle mie figlie”
Le lezioni apprese da Giulia e da sua sorella Elena sono state fondamentali per Cecchettin: l’altruismo, la forza e la purezza nel confrontarsi con la vita. Questi insegnamenti hanno ispirato il progetto a favore delle associazioni locali, un modo per perpetuare l’eredità di Giulia attraverso azioni concrete di bene. La storia di Gino Cecchettin e di sua figlia Giulia è un potente promemoria del valore intrinseco di ogni persona e del potere trasformativo del dolore in azione positiva. La loro esperienza sottolinea l’importanza dell’attenzione per il presente e del contributo che ciascuno può dare per rendere il mondo un posto migliore, riflettendo le qualità di chi, anche se non più fisicamente presente, continua a ispirare con il suo esempio.
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