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Morte Martina Rossi, i due colpevoli in semilibertà. Il papà della vittima: “Una vergogna”

La decisione è arrivata nei mesi scorsi dal tribunale di sorveglianza e si apprende adesso. Alessandro Albertoni Luca Vanneschi, i due giovani di Arezzo condannati nell’ottobre del 2021 in via definitiva a 3 anni per tentata violenza sessuale di gruppo contro Martina Rossi, dopo la semilibertà sconteranno la pena all’affidamento in prova ai servizi sociali.

Il residuo di pena dovrebbe teoricamente esaurirsi a ottobre 2025, ma con la buona condotta i due condannati potrebbero cavarsela entro i primi del prossimo anno. Tredici anni dopo la morte della ragazza Albertoni e Vanneschi, che alloggiavano nello stesso albergo della ragazza, hanno chiesto, attraverso i loro avvocati, che il giudice civile del Tribunale di Arezzo – davanti al quale si svolge la causa per il risarcimento del danno – riconosca un grado di responsabilità della giovane studentessa ventenne di Genova nella caduta mortale. Secondo i due, fu anche colpa sua, se scavalcò la ringhiera nella fuga e cadde nel vuoto.
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La reazione dei genitori

I genitori di Martina Rossi commentano amaramente: “Non si sono mai pentiti, scontare la pena in carcere era il minimo. Si comportano come se non fosse successo niente e continuano a mentire – ha dichiarato l’uomo – Ci sono responsabilità oggettive che provano a introdurre, come se invece non ci fossero stati 11 anni di sentenze e mia figlia non fosse stata ammazzata da questi due”. Il padre di Martina ha infine dichiarato: “Mia figlia è morta. La mia sensazione è che vengono fatti questi tentativi quasi come non fosse successo niente. Continuano a dire le stesse, cose, continuano a mentire“.