Si è salvato dall’esplosione per miracolo, riuscendo a uscire quasi indenne da quell’inferno di fumo, fiamme e acqua che iniziava a salire. Nicholas Bernardini, 25 anni, professione custode all’impianto di Bargi ma sempre pronto ad affiancare i colleghi nelle fasi operative, ha raccontato alle pagine del Messaggero come è riuscito a uscire dalla centrale idroelettrica nel Bolognese, dopo lo spaventoso incidente. Era al piano meno quattro quando è stato investito dalla deflagrazione che lo ha scaraventato a terra: “Al momento dell’esplosione mi sono coperto il naso e la bocca con la maglia, così non ho respirato il fumo”.
“Mi sono salvato così”. Centrale idroelettrica, il sopravvissuto
A causa dell’incidente, l’uomo ha riportato ustioni sulle mani, ma a fare più male è il dolore per i compagni di squadra morti o che combattono in rianimazione. Tra loro c’è Leonardo Raffreddato, 42 anni, di Camugnano, paese nei pressi della centrale. Ha ustioni sull’80% del corpo, è sedato, la madre lo ha visto solo per pochi secondi. È sposato da poco e la moglie, raccontano gli amici, è disperata: “La fiammata lo ha colpito in pieno, gli ha bruciato le braccia e il torace. È devastato”,
Molto grave, purtroppo, anche un collega di 59 anni, con ustioni di livello due e tre sul 40% del corpo, mentre Jonathan Andrisano, 35 anni, è in terapia intensiva al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. “È in prognosi riservata ma in condizioni di stabilità clinica” ha detto il professor Tommaso Tonetti. “Preoccupa il quadro respiratorio, è stato intubato sul posto, lo stiamo mantenendo intubato e ventilato meccanicamente”. Anche grazie alle testimonianze dei sopravvissuti sarà possibile ricostruire quanto accaduto nella centrale, mentre proseguono i lavori dei soccorritori: la speranza di trovare altre persone vive, purtroppo, è “pressoché nulla”.