“Si tratta di un classico femminicidio. Determinato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima”. Le parole del pubblico ministero di Aosta aprono ufficialmente la vicenda investigativa sull’assassinio di Auriane Nathalie Laisne, 22 anni. Della morte della ragazza, ritrovata nella chiesa abbandonata di Euilivaz, è accusato il 21enne Teima Sohaib, arrestato dalla gendarmeria francese a Lione, nella tarda serata di mercoledì 10 aprile.
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Le indagini
La ragazza è stata identificata ufficialmente nella serata di martedì 9 aprile. Da allora il cerchio sul presunto assassino si è stretto fino al suo arresto, avvenuto poco meno di 24 ore dopo a opera della polizia francese a Lione.
Ora bisognerà provare che l’assassino è il ventunenne e riempire il vuoto che corre tra il ritrovamento del cadavere inerme di Auriane, morta dissanguata dopo essere stata accoltellata almeno tre volte. Il procuratore capo di Aosta, Luca Ceccanti, esclude la possibilità di un delitto d’impeto, di cui si era discusso negli scorsi giorni.
“Si tratta di un classico femminicidio che è stato determinato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima. Il soggetto fermato a Lione è “gravemente indiziato del delitto di omicidio premeditato e aggravato commesso tra il 26 e il 27 marzo”.
“Gravi indizi di premeditazione”
Aggiunge il pm Manlio D’Ambrosi, titolare dell’inchiesta: “Il caso è stato risolto grazie all’incrocio di dati. Individuando chi era transitato all’interno del territorio nazionale e nelle vicinanze di La Salle è stato possibile dare un’identità certa, anche grazie ad un confronto con le fotografie, alla persona offesa e successivamente si è cercato di comprendere chi fosse la persona che l’accompagnava”.
“Le testimonianze raccolte ci hanno indicato come indiziato dal reato il soggetto che ieri è stato fermato a Lione. Il tempo trascorso dal ritrovamento del corpo al momento in cui vi è stata l’individuazione del soggetto è stato breve, bisogna dare merito ai carabinieri che sono riusciti a far combaciare i dati per dare un’identità e successivamente a localizzarlo”. Sull’indiziato, conclude, ci sono “gravi indizi di premeditazione”.
Chi è Teima Sohaib
Secondo gli inquirenti, il movente è emerso chiaramente dopo quanto accertato dalle autorità francesi. Il 21enne era già ricercato in patria dalla fine di marzo per “violazione del controllo giudiziario” in quanto aveva ignorato un precedente divieto di avvicinamento alla 22enne, emesso per violenza nei suoi confronti. Sohaib Teima, nato in Italia da genitori egiziani, ma poi trapiantato in Isère, Francia sud-orientale, era indagato per maltrattamenti sulla giovane residente a Saint-Priest, nell’area metropolitana di Lione. Avrebbe dovuto essere processato il 3 maggio prossimo. Oggi pomeriggio comparirà davanti alla procura di Grenoble a seguito di un mandato d’arresto emesso da un giudice per violazione del controllo giudiziario.
Gli investigatori d’oltralpe informano che il giovane era stato sottoposto alla misura cautelare a gennaio in seguito “al suo deferimento per violenza domestica e minacce affinché la sua vittima ritrattasse la denuncia”. Nei giorni scorsi la procura di Grenoble era stata avvertita dalla polizia italiana che la coppia aveva attraversato insieme la frontiera franco-italiana.
La procura di Grenoble, come quella italiana, ha aperto, così, un’indagine per omicidio. I due erano stati fermati e identificati pochi giorni prima del delitto, mentre entravano in Italia dal traforo del Monte Bianco.
La coppia si spostava a piedi in Italia
Non c’entra nulla il furgone bordeaux avvistato alcuni giorni prima del ritrovamento del corpo della ragazza. I giovani in Italia avevano deciso si spostarsi a piedi. Usavano soprattutto mezzi pubblici, senza nessun furgone. Avevano raggiunto la zona dei boschi sopra La Salle dove la 22enne è stata uccisa a coltellate.
In tanti in zona li avevano visti insieme e avevano anche parlato con lui che chiedeva indicazioni proprio per raggiungere la chiesetta abbandonata e diroccata di frazione Equilivaz. La ragazza era stata poi trovata senza vita nella cappella da alcuni escursionisti.
L’autopsia sul corpo della vittima
Secondo l’autopsia, la ragazza è stata uccisa con alcuni fendenti al collo e all’addome scagliati con un coltello. La giovane donna è morta dissanguata a seguito di quelle ferite. “Verosimilmente”, stando ai fascicoli, la ragazza è stata uccisa all’interno dell’ex chiesetta. L’assassino ha poi “ricomposto il corpo della vittima, mettendola in una posizione fetale dormiente, con una pietra dietro la schiena per non farla rotolare sul lato”. Sul posto non è stato trovato né telefono né arma del delitto.