Nuovo condono edilizio, sponsorizzato da Salvini. Cosa si potrà sanare, cosa no e come fare. “Nessun condono generalizzato”, aveva detto il ministro leghista. Intanto l’iter legislativo del decreto è quasi al termine. Vediamo quali norme presenta.
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Le norme nel nuovo condono edilizio 2024
“Non c’è nessun condono generalizzato, chi ha costruito ville in aree protette o pericolose non ha nessuna scusa”. Così Matteo Salvini, presentando il nuovo condono edilizio. “Ma poiché le piccole irregolarità all’interno delle mura domestiche bloccano milioni di famiglie italiane, intasando migliaia di Comuni, tutto ciò va sanato”. Secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri queste irregolarità riguarderebbero l’80% del patrimonio immobiliare italiano.
Cosa potrà essere sanato
La sanatoria riguarda tre livelli di irregolarità. Il primo è la difformità di natura formale, come lo scostamento dal progetto originario dei lavori effettivamente realizzati. Poi le difformità interne, come spostamenti di tramezzi e aperture di porte. Infine le difformità più gravi, che non possono più essere per effetto del regime della doppia conformità.
La difformità dalle mappe
La prima tipologia di irregolarità che potranno essere sanate sono quelle difformità tra le mappe catastali e i lavori realizzati, dovute a correzioni in corso d’opera.
Tramezzi e aperture di porte
La seconda tipologia di irregolarità riguarda le difformità interne, come lo spostamento di un tramezzo, il frazionamento e l’accorpamento di unità o l’apertura di porte interne.
Cosa cambia nella doppia conformità
Il terzo livello di irregolarità riguarda, poi, le difformità che potevano essere sanate al momento della realizzazione dell’intervento e che non sono più sanabili per il meccanismo della doppia conformità.
Questo meccanismo prevede il diniego della sanatoria come legittimo qualora le trasformazioni edilizie non siano conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente, sia al momento della loro realizzazione che della presentazione della domanda.
L’appoggio delle associazioni di categoria
Le associazioni di categoria difendono il piano. Per Confedilizia “si tratta di un insieme di misure di cui condividiamo l’impostazione, finalizzate a garantire più certezze ai proprietari e a facilitare la commercializzazione degli immobili”. Così il presidente Giorgio Spaziani Testa.
“Non si tratta di un condono, il provvedimento mira a risolvere piccole difformità di natura formale all’interno delle case, difformità ante 1977, si tratta di cose assolutamente minimali interne agli alloggi”. Si spiega così il vicepresidente dell‘Ance, Stefano Betti, aggiungendo che “è una goccia nel mare rispetto alle soluzioni che bisogna trovare nel medio e lungo termine”.