Gli esperti sono in costante allerta rispetto ai fenomeni bradisismici dei Campi Flegrei, che perdurano da mes. A questo proposito, la televisione pubblica svizzera (RSI) interpella alcuni scienziati, che lanciano un inquietante allarme: “Napoli e parte del sud Italia saranno sommersi da 30 metri di cenere se ci sarà un’eruzione ai Campi Flegrei”. Il contenuto del reportage “Napoli, il supervulcano che minaccia l’Europa”. Il documentario è diventato virale su Youtube raggiungendo in poco tempo quasi 300mila visualizzazioni.
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Scenario apocalittico
L’area dei Campi Flegrei è sede di un supervulcano: un complesso geologicamente giovane, e quindi in assestamento, che comprende circa trenta vulcani. La rete pubblica svizzera disegna uno scenario apocalittico.
La simulazione scientifica presentata nel documentario, con riprese vere mescolate a grafiche computerizzate, mostra Piazza del Plebiscito a Napoli sommersa dalle nubi ardenti. La Chiesa di San Francesco da Paola distrutta con fiamme che escono dai finestroni, le due statue equestri abbattute. Infine la visione totale dal Golfo di Napoli con la città completamente sommersa da una coltre di pesante cenere e sullo sfondo, risparmiata dalla catastrofe, la sola collina di San Martino.
Allarmismo o reale preoccupazione?
Gli ospiti in studio commentano gli eventuali scenari apocalittici che potrebbero avvenire dopo un’eruzione. Il vulcanologo Patrick Allard afferma: “Vedremo colonne eruttive che si innalzano per diverse decine di chilometri, almeno fino alla stratosfera. La cenere cade su Napoli, anche più lontano, ci sono delle vittime e grande distruzione”.
“Il vulcano dei Campi Flegrei contiene ormai così tanta lava e tanta pressione che il cataclisma è inevitabile e inizia alla Solfatara”. Inoltre, “Su Napoli incombe una minaccia, un pericolo che spaventa l’Europa, alcuni scienziati ritengono che i Campi Flegrei siano responsabili della scomparsa dell’uomo di Neanderthal, 40 mila anni dopo ci sono segnali di risveglio, la catastrofe potrebbe avvenire in qualsiasi momento”.
Il parere dell’esperta
Amy Donovan, professoressa di Geografia all’Università di Cambridge, rincara la dose. “La città dovrebbe essere deserta perché l’aria sarebbe satura di cenere, materiale piroclastico e residui vulcanici di ogni tipo”. “Napoli scompare sotto trenta metri di materiale vulcanico”. Segue un frame di animazione che mostra la città ormai coperta da una coltre di cenere grigio-rossastra con la sola eccezione della collina di San Martino, al Vomero.
In quanto tempo si può evacuare la città?
Un team di esperti sta lavorando per rispondere alla domanda: “Quanto tempo hanno le persone per scappare dalla vera eruzione?” Diego Perugini, direttore del dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia, scrive: “Studiando il materiale eruttato in passato andiamo a leggere che almeno due magmi si sono incontrati all’interno della crosta terrestre e hanno iniziato a mescolarsi. Abbiamo ricreato il processo in laboratorio e per quello che possiamo stimare, dall’inizio del mescolamento dei magmi fino all’eruzione i tempi sono molto brevi, dell’ordine di decine di minuti”.
“Trenta minuti sono pochi per evacuare una città”, conclude una voce fuoricampo”. E poi l’appello ad aggiornare piani ed eseguire tutto quanto in potere delle autorità per garantire la salvezza dei napoletani.
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