Arriva la conferma che il vaccino contro il Covid19 può avere effetti collaterali. Lo ha ammesso per la prima volta AstraZeneca. L’azienda farmaceutica, costretta a difendersi in tribunale per le milioni di cause legali intentate dai familiari di presunte vittime e da persone che hanno ricevuto l’antidoto al Coronavirus, ha spiegato che «per motivi ancora sconosciuti il vaccino può causare trombosi». L’ammissione è impressa nero su bianco nelle carte del processo in corso e hanno scatenato un nuovo polverone sul tema che era stato ricorrente dal 2021, quando i primi vaccini erano arrivati sul mercato per combattere la pandemia. Secondo alcuni dei legali impegnati nel processo, l’azienda farmaceutica in caso di sconfitta davanti al giudice potrebbe essere costretta a risarcire le vittime fino a 25 milioni di dollari.
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L’ammissione di AstraZeneca
AstraZeneca ha riconosciuto in un documento legale dello scorso febbraio (ma reso noto solo nelle scorse ore) che il suo vaccino può «in casi molto rari» causare una condizione chiamata trombosi con sindrome trombocitopenica o TTS, una condizione caratterizzata da coaguli di sangue e basso numero di piastrine. AstraZeneca sostiene che il meccanismo causale alla base della TTS non è completamente compreso e che la condizione può verificarsi indipendentemente dal vaccino.
Il caso di Camilla Canepa
In Italia aveva fatto discutere il caso di Camilla Canepa, la 18enne morta nel giugno 2021 dopo essere stata vaccinata con AstraZeneca. Di recente la Procura di Genova ha stabilito che poteva con «elevata probabilità sopravvivere» e ha messo sotto indagine cinque medici del pronto soccorso di Lavagna, nel Tigullio, dove la giovane era arrivata la sera del 3 giugno con i sintomi della reazione avversa al vaccino. Camilla era stata stroncata dalla Vitt, la rarissima trombosi cerebrale associata a livelli di piastrine basse e scatenata dal vaccino a base adenovirale.
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