Una notizia davvero sconvolgente. Un evento tragico, costato la vita ad un bambino di 10 anni di nome Sammy Teusch. Il ragazzino si è tolto la vita il 5 maggio scorso, dopo aver sofferto per anni a causa del bullismo. Un inferno subito a scuola, dai compagni che prendevano in giro per i suoi denti e gli occhiali che indossava. Tutto è iniziato alle elementari, ma la situazione non è migliorata quando ha iniziato le medie. Anzi, è andata man mano peggiorando fino a che un giorno, mentre si trovava sullo scuolabus, è stato picchiato.
Martedì 14 maggio sono stati celebrati i funerali del bambino, a cui hanno partecipato in centinaia tra amici, parenti, conoscenti e genitori arrabbiati e sotto choc, con tanto di corteo di motociclisti a scortare la piccola bara. La mamma e il papà di Sammy affermano di aver più volte fatto presente alla scuola degli episodi di bullismo, senza ricevere, però, alcuna risposta.
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I terribili episodi di bullismo
I genitori del bambino, Sam e Nichole, hanno dichiarato che il piccolo ha subito maltrattamenti sia fisici che psicologici mentre era scuola, secondo quanto riporta il DailyMail. Il tormento e il bullismo erano quotidiani, fino alla notte stessa della sua morte. L’incubo è iniziato alle scuole elementari, poi è continuata alle scuole medie e il picco c’è stato durante un viaggio sullo scuolabus, “quando lo hanno picchiato, e gli hanno rotto gli occhiali e altra roba”, racconta Sam.
NEW: Over 100 bikers turn out to show their support for 10-year-old Sammy Teusch who took his own life after being bullied for years for his teeth and glasses.
— Collin Rugg (@CollinRugg) May 16, 2024
Rest in peace, Sammy.
Sammy's motorcycle escort was hosted by Iron Sharpens Iron Motorcycle Ministry.
His parents… pic.twitter.com/1Mw1CskbWq
«Lo prendevano in giro per gli occhiali, all’inizio – ha dichiarato il papà ai media -, poi hanno iniziato con i denti, ed è andata avanti per un sacco di tempo. L’ho tenuto tra le braccia quando non c’era più, una cosa che nessun padre dovrebbe mai fare, e ogni volta che chiudo gli occhi non riesco a vedere altro». I genitori hanno ripetutamente provato a contattare la scuola affinché il caso fosse preso seriamente: «Ho chiamato e gli faccio “Cosa avete intenzione di fare al riguardo? È sempre peggio, e peggio, peggio. Non migliora».
La nonna di Sammy ha espresso la sua rabbia nei confronti della scuola: «Non possono continuare a dire di avere “tolleranza zero”, perché è evidente che non è nei confronti dei bulli. La loro “tolleranza zero” si riferisce al fatto che non si prendono responsabilità. La gente si fida e manda i figli nella loro scuola, ma ora quella fiducia si sta sgretolando».
La scuola si difende
Eppure, l’istituto afferma che non c’è stato alcun reclamo da parte di Sammy o dei suoi genitori, e ha aggiunto che l’amministrazione è sempre stata in contatto con la famiglia, declinando informazioni più specifiche al riguardo. Il papà Sam, però, non retrocede: «La scuola sapeva, col bullismo sul bus, a scuola e su tutti i social, come Snapchat».
La scuola ha rilasciato una dichiarazione: «La morte di Samuel Teusch è una tragedia e ha lasciato l’intero istituto e la comunità in uno stato di profondo lutto. I nostri cuori sono con la famiglia in questo momento. Siamo stati informati della sua morte domenica pomeriggio e abbiamo subito inviato la nostra squadra che si occupa delle crisi sia alle scuole medie di Greenfield che al liceo (dove ha due fratelli) all’inizio della settimana. Lo staff della Greenfield ha lavorato con la famiglia di Teusch frequentemente negli ultimi 18 mesi. I genitori hanno affermato che la causa della morte è un suicidio, e al momento stiamo conducendo un’indagine riguardo le accuse di bullismo».
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