Gli agenti delle compagnie di assicurazioni sono in rivolta. Il sindacato che li rappresenta ha presentato un esposto all’Ivass, accusando i vertici delle compagnie di esercitare forti pressioni nei loro confronti. Queste ultime, secondo l’accusa, starebbero mettendo pressione agli agenti perché modifichino le polizze in peggio. Aumentando ad esempio l’importo delle franchigie, abbassando i massimali e eliminando alcune garanzie, come quella che copre dagli eventi atmosferici, soprattutto per le polizze salute e casa.
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Come rierise Repubblica, nell’ultimo periodo gli agenti stanno ricevendo diverse lettere dalle compagnie di assicurazioni dove si raccomanda loro ad esempio di “riformare le polizze”, “correggere le tariffe”, pena un richiamo ufficiale per chi non si adegua. Il tasso di polizze riformate è “assolutamente insoddisfacente”, bisogna “allinearsi al più presto”, queste alcune delle accuse mosse agli agenti.
Le gravi accuse degli agenti
“Ma non sono mancate neanche le minacce dirette di toglierci il mandato, mettendo in discussione addirittura il rapporto di lavoro”, accusa Claudio Demozzi, presidente del Sna, il Sindacato nazionale agenti. Dopo l’esposto da loro presentato, l’Ivass spiega a Repubblica di aver “convocato le compagnie per discutere del tema. Valutazioni sono in corso. In base ad alcune evidenze ricevute, alcune compagnie starebbero comunque rivedendo l’approccio”.
“In sostanza, ci viene chiesto di non tutelare i migliori interessi dei nostri clienti in barba al rapporto di fiducia che abbiamo costruito con loro nel corso di anni. – prosegue Demozzi – E non è solo una questione di deontologia: “La normativa europea e il Codice italiano delle assicurazioni vieta ai distributori di polizze di agire ‘in pregiudizio degli interessi del cliente’. Quello che ci chiedono le compagnie semplicemente non si può fare”.
“Accettando la clausola dello ius variandi, con il semplice pagamento del premio il cliente accetta che la compagnia possa modificare in ogni momento le condizioni contrattuali con una semplice email al cliente. Immaginiamo un cliente assicurato da vent’anni che decide di non accettare le nuove condizioni. Se pochi mesi dopo si dovesse ammalare, non troverebbe più compagnie disposte ad assicurarlo”, conclude Demozzi.
La replica durissima delle compagnie di assicurazioni
Ma la replica dei vertici dei rappresentanti del settore assicurativo è durissima: “Si ritiene infondato l’esposto dello Sna, soprattutto nella parte in cui afferma che le clausole in parola siano ‘assolutamente astruse e contraddittorie’, oltre che lesive dei diritti della clientela, e tantomeno che le clausole stesse siano applicate ‘automaticamente e all’insaputa del cliente. Le imprese assicuratrici, come previsto dalla normativa vigente, sono libere di determinare il contenuto delle clausole contrattuali, che devono anche essere pubblicate sui siti web delle imprese stesse, e sono liberamente consultabili e scaricabili dai potenziali clienti. Appare legittimo nell’ambito dell’autonomia contrattuale, prevedere meccanismi di adeguamento del premio a scadenza o anche di modifica delle condizioni contrattuali, naturalmente purché ciò avvenga attraverso meccanismi predefiniti dalle polizze e comunicati in maniera trasparente all’assicurato, dandogli la possibilità di scelta, senza penalizzazioni”.