Oggi come oggi si usa spesso il termine “cibo spazzatura”, identificandolo quasi in automatico con i cibi industriali che acquistiamo al supermercato. Ma si tratta davvero di prodotti così nocivi e pericolosi? Quali sono i migliori e i peggiori in tal senso? Parliamo dei surgelati, del fast food, di merendine, snack, fette biscottate, bevande zuccherate, yogurt alla frutta, cereali per la colazione… Stando a quanto detto durante una conferenza dell’American Society for Nutrition, a Boston, dalla dottoressa Lauren O’Connor del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) non tutto sembra essere così chiaro e scontato. In uno studio ripreso da Maddalena Bonaccorso su Panorama e effettuato su 1.140 neonati e bambini statunitensi fra i 6 mesi e i due anni è stato osservato che il 75% dell’apporto di ferro e il 48% dell’apporto di zinco provenivano in media da alimenti considerati ultra-lavorati. Dunque? “Privarli di questi cibi in nome del «mangiar sano» avrebbe portato alla mancanza di micronutrienti importanti per la salute e la crescita”. Non solo…
In un altro studio del 2021, sempre citato da Panorama e realizzato in Australia, su 12 mila adulti si dimostrava che modulando la dieta e sottraendo dai regimi alimentari questi cibi industriali – meglio noti come ultra-lavorati – si otteneva un calo del ferro del 42% e delle fibre del 33. Sul settimanale inglese New Scientist dello scorso ottobre la nota nutrizionista Edith Fesken ha detto chiaro e tondo: “Non tutti gli UPF sono uguali. Ci sono anche quelli ‘buoni’, ossia che hanno un valido standard nutrizionale”. Ci sono infatti cibi ultra lavorati che possono fare bene: “Basti pensare agli yogurt alla frutta, o ai latti vegetali integrati con la vitamina D o il calcio”, suggerisce a Panorama Nadia Cerutti, direttore dell’UOSD di Medicina a indirizzo dietologico dell’ASST di Pavia. “Così come non possiamo colpevolizzare i cereali, magari integrali, che consumiamo a colazione o i biscotti a basso contenuto di zuccheri. L:importante è tenersi il più possibile lontani dai piatti con troppo sale, troppi additivi o che devono essere scaldati eccessivamente”. Altri esempi? (Continua a leggere dopo la foto)
Se abbiamo voglia di un hamburger al fast-food con le patatine fritte, ogni tanto possiamo concedercelo senza sentirci in colpa con noi stessi. Il consiglio è sempre quello, comunque, di leggere bene le etichette al supermercato e di non farsi fregare dal packaging. I più diffusi cibi ultra processati sono: bevande gassate e zuccherate; snack e merendine confezionate; creme spalmabili; fette biscottate e cereali per colazione; salse istantanee; pizze confezionate; bastoncini di pesce; wurstel; hamburger; zuppe confezionate; veg-burger e hamburger vegani. Il 50% dei prodotti alimentari che consumiamo, sappiatelo, sono appunto ultra-processati. Cioè quei prodotti a cui vengono aggiunti additivi chimici, grassi idrogenati, amidi, zuccheri, aromi e sale. Ricordate che anche i cosiddetti prodotti dietetici e a basso contenuto calorico sono in realtà cibi ultra-processati.