Sono tante le novità in arrivo per gli italiani, in particolar modo le tasse e le procedure che riguardano l’imposta di successione, le donazione, e le tasse relative a bollo, registro, ipoteca e tributi speciali catastali previsti per i servizi dell’Agenzia delle entrate. Il governo punta a semplificare creando un tributo unico. Si cambia anche sui patti di famiglia, meglio noti come trust. Per quanto riguarda la successione – si legge in una bozza del decreto ripresa da Libero – si arriva a una sorta di precompilata. Si dirà inoltre addio all’imposta di bollo, a quelle ipotecaria e catastale, ai tributi speciali catastali e alle tasse ipotecarie: saranno sostituite da un tributo unico, “eventualmente in misura fissa”, come spiega il Mef. Per facilitare le modalità di pagamento dei tributi ed efficientare i sistemi di riscossione, viene inoltre previsto l’utilizzo dei mezzi elettronici di pagamento. (Continua a leggere dopo la foto)
Nuove norme, si diceva, anche sui trust per facilitare i passaggi generazionali, oggi vero incubo degli italiani. Si prevede infatti che i trasferimenti, effettuati anche tramite i patti di famiglia (di cui agli articoli 768-bis e seguenti del codice civile) a favore dei discendenti e del coniuge, di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta. Il beneficio si applica a condizione che gli aventi causa detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni dalla data del trasferimento. Spiega Libero: “Si aggiungono quindi da un punto di vista normativo anche i trust nell’imposta di successione e si specifica che se il trust è residente nello Stato al momento della separazione patrimoniale l’imposta è dovuta per tutti i beni e diritti trasferiti ai beneficiari. Se chi dispone non è residente in Italia al momento della separazione patrimoniale, l’imposta sarà dovuta solo sui beni e diritti trasferiti al beneficiario presenti nel territorio dello Stato. Le quote sociali non rientrano nella disciplina”. (Continua a leggere dopo la foto)
Quanto alle modifiche in tema di donazione – si legge ancora nella bozza del decreto – “le modifiche sono principalmente rivolte a dare unitarietà alla norma. Viene inserita la previsione sulla detrazione delle imposte pagate all’estero in dipendenza della stessa donazione e in relazione ai beni esistenti, precisando che la opera fino a concorrenza della parte dell’imposta sulle donazioni proporzionale al valore dei beni stessi”. Inalterata, invece, la disciplina delle liberalità. Viene previsto che “l’accertamento delle liberalità indirette può essere effettuato esclusivamente quando l’esistenza delle stesse risulti da dichiarazioni rese dall’interessato nell’ambito di procedimenti diretti all’accertamento di tributi. Si applica l’aliquota dell’8%. Inoltre viene introdotta l’esclusione da tassazione anche delle liberalità d’uso”. (Continua a leggere dopo la foto)
In materia di bollo, si valuta “l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Si tratta del superbollo. Il decreto legislativo punta a “semplificare la disciplina dell’imposta di bollo e dei tributi speciali anche in considerazione della dematerializzazione dei documenti e degli atti; applicare un’imposta, eventualmente in misura fissa, sostitutiva dell’imposta di bollo, delle imposte ipotecaria e catastale, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie, per gli atti assoggettati all’imposta di registro e all’imposta sulle successioni e donazioni e per le conseguenti formalità da eseguire presso il catasto e i registri immobiliari; ridurre e semplificare gli adempimenti a carico dei contribuenti anche mediante l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e il potenziamento dei servizi telematici; semplificare le modalità di pagamento dei tributi, anche al fine del graduale superamento dei sistemi di autoliquidazione; rivedere le modalità di applicazione dell’imposta di registro sugli atti giudiziari con finalità di semplificazione e con la previsione della preventiva richiesta del tributo alla parte soccombente, ove agevolmente identificabile”.