Spesso capita di commentare notizie e fatti di cronaca con il classico “La colpa è dei genitori”, ma negli Stati Uniti sono andati decisamente oltre. Dopo aver letto l’intera storia, ciascuno potrà trarre le proprie conclusioni, perché la vicenda è più complessa di quanto appaia e stimola una serie di riflessioni, anzitutto sullo smodato accesso alle armi da fuoco che negli Sati Uniti, praticamente chiunque, può avere. Un precedente che farà giurisprudenza: James e Jennifer Crumbley, genitori di Ethan Crumbley – all’epoca 15enne, autore di una sparatoria in una scuola del Michigan nel 2021 che causò la morte di quattro studenti e il ferimento di altri sei e di un’insegnante – sono stati condannati a una pena che andrà dai 10 ai 15 anni di carcere per omicidio colposo, accusa per la quale sono già in custodia da due anni. I pubblici ministeri hanno, infatti, chiesto al giudice di condannare ciascun genitore a 10-15 anni di prigione e, sebbene siano stati processati separatamente, la sentenza congiunta è avvenuta in un’aula di tribunale della contea di Oakland. Sono i primi genitori ad essere ritenuti penalmente, non solo moralmente, responsabili per una sparatoria di massa commessa in una scuola. (Continua a leggere dopo la foto)
La pistola regalata a Natale (a un 15enne)
Uno dei tanti massacri nelle scuole, un fenomeno assurdo e inconcepibile che Oltreoceano avviene con una certa frequenza. Ma, ed è proprio questo il punto, lo si poteva evitare. Infatti, “Queste condanne confermano atti ripetuti o la mancanza di atti che avrebbero potuto fermare un treno in corsa; il fatto di ignorare ripetutamente cose che fanno rizzare i capelli sulla nuca a una persona ragionevole”, nelle parole del giudice, Cheryl Matthews; ha detto, poi, che James Crumbley ha fornito “accesso illimitato a una o più pistole e munizioni nella tua casa”, mentre Jennifer Crumbley “ha glorificato l’uso e il possesso di queste armi”, sempre secondo il giudice che ha emesso la sentenza – esemplare. “Anche voi avete le mani insanguinate”. Citiamo un dato, che ritroviamo sul portale della CNN: l’80% delle armi usate dagli studenti per le stragi sono prese a casa della famiglia o di parenti e amici. Questo caso, non solo non fa eccezione ma appare ancor più grave, ed è ciò che ha portato alla accusa di omicidio colposo per i genitori: A James e Jennifer Crumbley, 47 e 46 anni, è stato contestato di aver regalato la pistola della carneficina al figlio per Natale (già a novembre, approfittando del Black Friday), ignorando i segnali premonitori della sua violenza. L’accusa ha descritto la madre “distaccata e negligente” e il padre “distratto“, in particolare rispetto a quella Sig Sauer 9mm impugnata da Ethan solo quattro giorni dopo averla ricevuta in dono. (Continua a leggere dopo la foto)
La strage che si poteva evitare
È facile osservare che regalare una pistola ad un adolescente è un’idea malsana, tanto più che, come emerge, il giovane aveva già dimostrato una certa inclinazione alla violenza. Sono emersi, poi, durante il processo, particolari a dir poco agghiaccianti. Il giorno prima della strage la madre fu anche contattata dalla scuola, la Oxford High School, perché un insegnante aveva scoperto che suo figlio cercava informazioni su munizioni di vario tipo sul proprio telefonino. “Non ce l’ho con te, ma devi imparare a non farti vedere”, fu l’incredibile risposta della donna con un sms a Ethan. Poche ore prima della strage, il ragazzo aveva disegnato durante un compito di matematica una pistola, un proiettile e un uomo ferito con la scritta “sangue ovunque”, ma anche commenti del tipo “la mia vita è inutile”, “il mondo è morto”. I dipendenti della scuola, dunque, avevano raccomandato ai genitori di portarlo immediatamente fuori dalla classe e di sottoporlo a un trattamento di salute mentale, ma loro si sono rifiutati di farlo. Inoltre, i Crumbley non hanno menzionato, nell’incontro con il personale docente e scolastico, il recente acquisto della pistola. Ethan fu rimandato in classe. Circa due ore dopo, ha tirato fuori la pistola dallo zaino e ha aperto il fuoco. C’è stata una certa sottovalutazione del rischio, per dirla con nu mero eufemismo. “Disgraziatamente, sarebbero bastate poche e semplici azioni da parte dei genitori per evitare il massacro”, hanno dichiarato i procuratori. (Continua a leggere dopo la foto)
Un precedente storico
“Il sangue dei nostri ragazzi è anche sulle vostre mani”, ha attaccato Craig Shilling, padre di Justin, una delle vittime, presente in aula. Durante il processo sono state anche visionate le immagini della madre e del figlio adolescente (già condannato all’ergastolo) esercitarsi al poligono di tiro. Ora la madre snaturata pare (forse) rendersi conto della enorme gravità dei fatti: “Sono qui oggi per esprimere il mio più profondo dolore per le famiglie di Hana, Tate, Madisyn, Justin e per tutte le persone colpite dal 30 novembre 2021“, ha detto Jennifer Crumbley in aula. Il padre del ragazzo stragista, invece, pare neppure avvertire rimorso, al punto che avrebbe persino minacciato il pubblico ministero Karen McDonald, sempre in accordo con la ricostruzione della CNN.