Ricordate Stefano Puzzer? È stato il leader dei portuali di Trieste che protestavano contro il Green Pass e l’obbligo vaccinale. Dalle manifestazioni di piazza è passato poi alla tv, dove è stato spesso intervistato per presentare le sue istanze. Puzzer ne ha passate di tutti i colori, subendo la sospensione e il licenziamento dal lavoro, l’ostracismo dei media e poi addirittura un Daspo dalla Capitale quando aveva deciso di manifestare pacificamente a Roma con il suo giubbetto catarifrangente e un banchetto. Una cosa mai vista prima. Ora Puzzer è tornato a parlare, e lo ha fatto con Francesco Borgonovo durante l’ultima puntata di Punto & Accapo, la rubrica che il giornalista de LaVerità tiene su RadioRadio. Racconta Puzzer guardandosi indietro: “Tre anni fa a Trieste, durante uno sciopero dei portuali, io ero a capo del servizio di ordine pubblico. La situazione era tranquilla, poi i manifestanti hanno cominciato ad aggredirci, e io ho ordinato la carica. Poi la situazione si è calmata, Frida era a terra, uccisa da un colpo violento alla testa”.
“Ora faccio tre lavori per vivere”
Stefano Puzzer è stato portuale a Trieste fino al 2022, quando si è autosospeso rifiutando di mostrare la certificazione verde per lavorare. E pensare che Puzzer il vaccino lo aveva pure fatto, ma il green pass non lo esibiva comunque, perché non riteneva giusta quella legge, perché detestava la discriminazione dei suoi colleghi. L’ha pagata cara, la sua idea di giustizia, di democrazia e di libertà. “Mi sono autosospeso perché non accettavo assolutamente la messa in opera del Green Pass, perché era veramente un crimine contro tutti i lavoratori, contro il diritto del lavoro”. Poi i tribunali, a causa del suo ricorso contro il licenziamento nell’aprile del 2022 da parte dell’Agenzia Lavoro Portuale di Trieste. E oggi? “Mi ritrovo già da tre anni a casa. Per fortuna sto lavorando: faccio tre lavori perché mi sto pagando gli avvocati e in più mi sono fatto anche una miocardite a mia insaputa quattro mesi fa. Mi ha lasciato una cicatrice di un centimetro, però andiamo avanti a lottare”.