Dall’Inghilterra un incredibile allarme sull’eccesso di mortalità che, secondo un recente studio pubblicato sul prestigioso British Medical Journal (BMJ), durante la pandemia di Covid-19 avrebbe raggiunto livelli “senza precedenti”. La questione ha inevitabilmente sollevato un acceso dibattito, soprattutto per l’interpretazione fornita da gruppi No-Vax. Interpretazioni che, il Medical Journal ha prontamente smentito, evidenziando come siano infondate e travisate.
La risposta del Medical Journal
In una dichiarazione pubblica rilasciata il 6 giugno, il Medical Journal ha chiarito: “Diversi organi di stampa hanno affermato che questa ricerca implica un legame causale diretto tra la vaccinazione Covid-19 e la mortalità. Questo studio non stabilisce alcun legame di questo tipo”. Al contrario, la rivista ha sottolineato che “i vaccini hanno infatti contribuito a ridurre le gravi malattie e la mortalità associate all’infezione da COVID-19”.
La confusione è nata dal fatto che lo studio ha evidenziato come nel 2021, anno in cui sono state utilizzate sia le misure di contenimento che i vaccini contro il Covid, si è registrato il numero più elevato di decessi in eccesso. Gli autori dello studio olandese hanno utilizzato i dati del database Our World in Data, scoprendo che tra i 47 paesi analizzati, solo la Groenlandia non ha registrato decessi in più.
Secondo gli autori dello studio, “i programmi di vaccinazione contro il Covid-19” sono stati uno dei fattori sotto la lente d’ingrandimento. Tuttavia, è importante sottolineare che l’eccesso di mortalità non comprende solo i decessi legati all’infezione dal virus, ma anche quelli correlati agli effetti indiretti delle strategie sanitarie per affrontare la pandemia, come il sovraccarico del sistema sanitario.
Le spiegazioni degli esperti
Il noto studioso di dati statistici, Jeffrey S. Morris, dell’Università della Pennsylvania, ha spiegato che uno dei principali fattori che hanno contribuito all’elevato eccesso di mortalità nel 2021 è stata la maggiore esposizione al Covid-19 rispetto al 2020. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla fine del 2020 si contavano circa 10mila casi e 238 decessi per milione di abitanti; un anno dopo, i casi erano 35.186 e i decessi 683 per milione. Inoltre, le varianti del Covid-19 apparse nel 2021, come Delta e Omicron, erano molto più trasmissibili e virulente rispetto alle varianti iniziali.
I dati sulle vaccinazioni
Un altro aspetto cruciale riguarda i dati sulla diffusione dei vaccini. Contrariamente a quanto ipotizzato, la vaccinazione non è avvenuta come se si fosse girato un interruttore nel gennaio 2021. I dati compilati da Our World in Data mostrano che i vaccini sono stati diffusi solo gradualmente fino al 2021. A metà anno, solo il 20% circa della popolazione dei paesi che hanno presentato i dati aveva ricevuto anche una sola dose; alla fine del 2021, quasi il 50% non era ancora vaccinato.
L’importanza della corretta informazione
Nonostante le smentite e le spiegazioni dettagliate degli esperti, rimane il problema della disinformazione. Il Medical Journal ha ribadito l’importanza di una corretta informazione scientifica, invitando le riviste a essere più vigili e responsabili nella pubblicazione di studi che potrebbero essere facilmente travisati.
L’eccesso di mortalità durante la pandemia di Covid-19 è una questione complessa che richiede un’analisi attenta e accurata. Le interpretazioni errate e le informazioni fuorvianti possono creare confusione e alimentare teorie infondate, come quelle propagate dai gruppi No-Vax. È fondamentale che la comunità scientifica e le istituzioni sanitarie continuino a lavorare insieme per garantire che il pubblico riceva informazioni accurate e basate su evidenze scientifiche