C’è stata un’impennata negli ultimi della celiachia, un problema con cui hanno a che fare sempre più persone, anche in Italia. Un nuovo studio scientifico, condotto dall’istituto francese INRAE (Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente) e dall’università canadese McMaster University, e pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, ha mostrato la pericolosità per la salute di un additivo alimentare molto utilizzato dall’industria, in particolar modo in riferimento proprio alla celiachia. Si tratta del biossido di silicio, che si trova in molti alimenti in polvere, come le capsule di caffè al ginseng, integratori e dispositivi medici. Non solo, ma anche le minestre liofilizzate per neonati, i preparati per caffè e cappuccino istantaneo, uova e latte in polvere, gomme da masticare persino, sfruttando la loro azione “abrasiva” che elimina i residui di cibo dai denti. È anche ingrediente di diversi integratori molto comuni. Le nanoparticelle di biossido di silicio sono infatti impiegate in particolar modo con funzione di antiagglomerante in alimenti in polvere e hanno inoltre la capacità di assorbire l’umidità evitando la formazione di sgradevoli grumi. (Continua a leggere dopo la foto)
Come fare a sapere se il biossido di silicio è presente in alcuni alimenti comprati al supermercato? Bisogna leggere bene l’etichetta, dove il biossido di silicio viene indicato tra gli ingredienti con il nome oppure con la sigla E 551. Come spiega Gianpaolo Usai su L’Indipendente, questa sostanza viene utilizzata nei processi produttivi di alcuni alimenti e in questi casi, non essendo un ingrediente bensì un coadiuvante tecnologico, non è indicata nell’elenco degli ingredienti, pur essendo comunque presente nel prodotto finale. Nello studio, i ricercatori hanno indagato l’effetto del biossido di silicio sulla tolleranza alle proteine alimentari assunte per via orale. “La tolleranza è una funzione innata che blocca le reazioni immunitarie infiammatorie quando l’organismo assume proteine alimentari. Il deficit di questa funzione innesca un’intolleranza alimentare (ad arachidi, latte vaccino, pesce, crostacei, uova, ecc.) o un’allergia, anche cronica, come la celiachia”. (Continua a leggere dopo la foto)
I ricercatori spiegano che “il nostro studio fornisce la prova che un’esposizione cronica al biossido di silicio, un additivo alimentare comune nella dieta umana, può interrompere l’omeostasi immunitaria intestinale e avviare la perdita dell’immunità verso gli antigeni alimentari”. Lo studio è stato condotto somministrando ogni giorno alle cavie (topi), per tre mesi, cibi con una dose di biossido di silicio (E 551) in quantità coerente con l’esposizione quotidiana media dei consumatori europei, come stimata da EFSA (da 0,8 a 74,2 mg/kg nella popolazione generale e fino a 160 mg/kg nei neonati). Lo studio, condotto sui topi, ha dimostrato che l’esposizione a questo additivo provoca una riduzione del numero di cellule intestinali che producono sostanze attive contro l’infiammazione, con il risultato di favorire l’infiammazione intestinale in risposta a proteine alimentari. Questo, in persone geneticamente predisposte, potrebbe favorire l’insorgenza della celiachia, patologia caratterizzata da infiammazione dell’intestino, dovuta a una reazione immunitaria contro il glutine.